Processo Mediaset, la Corte europea dei diritti umani pone 10 domande all’Italia sulla condanna di Berlusconi

Berlusconi

La Corte europea dei diritti umani ha dato il via al dibattimento del procedimento sul ricorso presentato da Silvio Berlusconi contro la condanna subita nel 2013 per frode fiscale ad epilogo del processo Mediaset. Il legali del Cavaliere nel ricorso presentato a Strasburgo hanno sottolineato come l’Italia avrebbe violato il diritto ad un equo processo del leader di Forza Italia, a non essere giudicato più volte e a vedesri applicate le attenuanti.

La Corte europea, che non ha nessun legame con le istituzioni dell’Unione, ha esaminato il ricorso chiedendo al Governo italiano di rispondere entro il 15 settembre a dieci quesiti al fine di acquisire dati utili a chiarire ogni eventuale incertezza sull’operato dei magistrati nel processo in questione.

Alcune delle domande della Corte: «Silvio Berlusconi ha beneficiato di una procedura dinanzi a un tribunale indipendente, imparziale e costituito per legge? Ha avuto diritto a un processo equo? Ha disposto del tempo necessario alla preparazione della sua difesa?”. La condanna di Berlusconi in via definitiva, come si ricorderà, provocò anche la sua decadenza come senatore.

 Sul verdetto del 2013 i legali di Silvio Berlusconi – che nel frattempo ha scontato la pena ed è stato rieletto al Parlamento europeo dopo aver ottenuto la riabilitazione – hanno presentato alla Corte una ricostruzione in cui si ripercorre la vicenda giudiziaria che è arrivata fino alla dichiarazione di colpevolezza dell’imputato, condannato per frode fiscale, da parte del tribunale e della Corte d’appello di Milano nel 2012 e nel 2013, confermata dalla Cassazione nell’estate dello stesso anno.

L’elenco delle presunte violazioni dei diritti della difesa va dal rigetto dell’istanza di trasferimento del processo ad altra sede ai mancati riconoscimenti del legittimo impedimento a partecipare a cinque udienze, dal taglio dei testimoni richiesti dalla difesa  alla mancata traduzione in italiano di alcuni documenti provenienti dall’estero.  

Tutte contestazioni già presentate in Italia ma respinte. Strasburgo, al termine di un vaglio di ammissibilità durato ben sette anni, ha stabilito di chiedere conto delle richieste di Silvio Berlusconi al governo italiano. Alle osservazioni del governo previste entro metà settembre seguirà la replica dei difensori di Berlusconi, a questo il verdetto finale.

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martedì, 18 Maggio 2021 - 10:41
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