Commissione per la giustizia del Sud, magistrati in rivolta. Il pm Riello: «Inutile e offensiva della nostra dignità»

Alessandro Riello

Una Commissione interministeriale per la Giustizia nel Mezzogiorno. La novità introdotta con decreto dai ministri Marta Cartabia (Giustizia) e Mara Carfagna (Coesione territoriale e Sud) non piace però proprio ai magistrati in servizio nel Mezzogiorno che insorgono. La Commissione è composta da vertici di uffici giudiziari del Sud, insieme ad avvocati, professori universitari, operanti nel Mezzogiorno, e dirigenti ministeriali. A presiederla Maria Rosaria Covelli, Capo dell’Ispettorato Generale del Ministero della Giustizia, già presidente del Tribunale di Viterbo, che ogni mese riferirà sull’andamento dei lavori ai ministri competenti.

   Gli esperti, a cui non saranno corrisposti compensi, hanno il compito «di individuare e valorizzare le best practices esistenti al fine di superare eventuali criticità». Inoltre entro il 30 settembre 2021 la Commissione trasmetterà ai ministri una relazione sull’esito dei lavori. Il punto di partenza, informano le due ministre,  «è la consapevolezza che una giustizia più efficace ed efficiente garantisce le condizioni di legalità e sicurezza necessarie per favorire lo sviluppo delle aree del Mezzogiorno, in coerenza con le priorità indicate dal Governo nel Pnrr».

 «Abbiamo scelto un approccio operativo per mettere in grado la magistratura meridionale di esercitare al meglio il suo ruolo. Esistono problemi specifici legati alle caratteristiche dei territori che intendiamo affrontare e risolvere – afferma il ministro Mara Carfagna.  «Con la diffusione e valorizzazione delle buone pratiche, anche gli uffici giudiziari possono contribuire alla crescita economica di un territorio. Questo tavolo interministeriale – commenta la ministra della Giustizia Marta Cartabia – può essere una preziosa occasione di confronto».

I magistrati ‘meridionali’ però non apprezzano la nuova commissione. Come racconta La Repubblica, la rivolta è partita dal pm antimafia a Catanzaro Alessandro Riello, figlio del procuratore generale di Napoli Luigi Riello, che attraverso il canale delle mailing list ha criticato la commissione appena istituita definendola «una sovrastruttura di cui non si sentiva l’esigenza», la cui istituzione e le cui finalità sono «profondamente offensive della dignità, della professionalità, della dedizione al lavoro che quotidianamente svolgiamo negli uffici giudiziari». Con il rischio, aggiunge, di una «contrapposizione tra Nord e Sud. Non accettiamo di essere etichettati come i responsabili delle disfunzioni».

mercoledì, 19 Maggio 2021 - 09:24
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