Strage della funivia Stresa-Mottarone, si indaga per disastro colposo. La Procura di Verbania che ha aperto l’inchiesta sull’incidente all’impianto di risalita avvenuto domenica scorsa non ha al momento iscritto persone sul registro degli indagati, preferendo un primo approfondimento di natura tecnica volto a stabilire le reali cause del disastro. Un disastro che sarebbe scaturito da una duplice anomalia: un cavo, quello trainante, che si è tranciato di netto e il mancato funzionamento dei freni di sicurezza che avrebbero impedito quello che invece è accaduto: la cabina su cui viaggiavano 15 persone (14 morti, un bimbo di cinque anni sopravvissuto) è arretrata prendendo velocità, sbattendo contro il pilone di cemento e infine precipitando per poi ‘rotolare’ lungo il pendio fino allo schianto contro alcuni alberi.
Le responsabilità
«Vogliamo evitare iscrizioni inutili e di ometterne altre» ha spiegato il procuratore di Verbania Olimpia Bossi rispetto all’ipotesi di primi indagati per la vicenda; i magistrati in particolare devono chiarire i diversi profili di responsabilità anche cercando di ricostruire perfettamente chi è proprietario, chi si occupa della gestione e chi dei controlli. Sotto osservazione dunque le posizioni della Regione Piemonte, del Comune di Stresa, della società Ferrovie del Mottarone srl che gestiva la funivia, della ditta fornitrice del materiale, di chi ha effettuato la manutenzione e le periodiche verifiche.
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La Procura sta compiendo degli accertamenti per individuare l’effettiva proprietà dell’impianto. La Funivia del Mottarone è sempre stata un impianto di proprietà regionale, affidato in concessione ad una srl, la ‘Ferrovia del Mottarone’ con sede ad Arona. In occasione dell’ultimo importante intervento di manutenzione, effettuato tra il 2014 e il 2016, cofinanziato dalla Regione Piemonte e dal Comune di Stresa, fu firmato un accordo di programma che prevedeva il passaggio della titolarità dell’impianto al Comune di Stresa. Su questo passaggio non c’è però ancora chiarezza. Non è noto infatti se la procedura sia stata completata, aspetto non secondario sotto il profilo delle responsabilità. Il sindaco di Stresa Marcella Severino ieri ha affermato che questo passaggio di proprietà non è stato completato quindi la funivia è della Regione.
In merito invece ai controlli, quello più recente, effettuato dalla Leitner di Vipiteno, è avvenuto il 3 maggio e ha riguardato le centraline idrauliche del sistema frenante, ovvero proprio quello che domenica non avrebbe funzionato. La ditta di Vipiteno ha inoltrato alla Procura e reso pubblici tutti i controlli effettuati negli scorsi mesi, comprese la simulazione della rottura del cavo trainante (quello che domenica si è effettivamente spezzato) avvenuta nel dicembre del 2020. Tutte le funi e i cavi invece sono stati controllati nel novembre del 2020, al fine di verificare se fossero eventualmente corrosi o danneggiati. Un controllo che ha dato esito positivo. «Il motivo per cui è accaduto sarà oggetto di uno specifico accertamento, attraverso l’affidamento di un incarico di consulenza tecnica – ha dichiarato il procuratore Bossi. La Procura incaricherà esperti del Politecnico di Torino.
L’ipotesi di reato
Si ampliano intanto le ipotesi di reato al vaglio della magistratura: non solo omicidio colposo plurimo e lesioni colpose: «Pensiamo di procedere per disastro colposo con una fattispecie particolare, che è quella di attentato alla sicurezza dei trasporti». Intanto la procura darà oggi stesso il nulla osta per i funerali delle vittime, in quanto non è ritenuta necessaria l’esecuzione dell’autopsia. Esclusa invece l’ipotesi del dolo, come ha chiarito lo stesso procuratore ai microfoni di Sky Tg24.
L’unico sopravvissuto
Eitan, bimbo di cinque anni di origini israeliane ma residente a Pavia, è l’unico sopravvissuto della strage della funivia e della propria famiglia. Nello schianto ha infatti perso il papà, la mamma, un fratellino e i bisnonni di 80 e 70 anni che erano appena arrivati da Israele in Italia per trascorrere una vacanza con i parenti. Il piccolo è ricoverato in prognosi riservata presso l’ospedale infantile Regina Margherita di Torino. Secondo quanto emerso non ha subito danni al cervello e al midollo, ieri è stato sottoposto ad un intervento chirurgico per la ricomposizione delle fratture. Al suo capezzale la zia e i nonni paterni, che vivono nel Pavese.
martedì, 25 Maggio 2021 - 08:09
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