«Zio Adolfo mi ha solo raccomandato di comportarmi bene rispettando gli impegni presi». Ha spiegato così suo nipote Giovanni Longobardi, nel 2015 direttore generale della Cominvest s.r.l. di Giovanni Irollo, la chiamata da parte dell’imprenditore Adolfo Greco per l’assunzione di Domenico Carolei, nipote Michele, boss dei D’Alessandro.
Ma per l’accusa, Greco, che è imputato insieme a Luigi Di Martino ‘o profeta (a capo del clan Cesarano), Michele e Raffaele Carolei (fratelli del ras Paolo, pure lui dei Cesarano), Attilio Di Somma e Umberto Cuomo ha imposto l’assunzione del ragazzo. E per questo (e per l’episodio del pizzo all’imprenditore Giuseppe Imperati) è accusato di estorsione aggravata dal metodo mafioso.
«Dovevamo aprire una galleria commerciale ad Ercolano. Mi incontrai con uno zio di Domenico, Michele Carolei qualche mese prima della telefonata di zio Adolfo», ha spiegato il teste della difesa dinanzi al Tribunale di Torre Annunziata nell’udienza che si è tenuta ieri 25 maggio. In quel periodo le segnalazioni e i curriculum erano all’ordine del giorno: «È un’attività normalissima quando si sta per aprire un supermercato, la richiesta di lavoro era tanta ma prima di assumere dovevamo effettuare la conferenza di servizi». «Domenico Carolei – ha continuato – mi venne proposto anche da Gabriele Sorrentino, che era stato il suo datore di lavoro prima che chiudesse il minimarket e venisse assunto da noi». Entrambi prima di firmare il contratto hanno dovuto affrontare due colloqui e una prova pratica.
«Domenico – ha commentato – è un ottimo lavoratore. Anche quando sono andato via dalla società l’ho incontrato, ha voglia di crescere e di imparare». E, dunque, nulla c’entrano le sue parentele con la sua assunzione: «So che è il nipote dei Carolei. Ma non mi ha influenzato. Conoscevo benissimo lo zio Domenico Carolei. Avevamo la stessa passione politica, era dipendente Fincantieri. Conoscevo anche il geometra Carolei».
Adolfo Greco, però, durante quella telefonata – ha sottolineato il pm Giuseppe Cimmarotta – disse a Longobardi: «Questa è gente di mezza alla via. Hai capito, se la prendono con te. Quello è» e la sua risposta fu: «Ho capito». «Magari ero in riunione, con qualche altra persona»: la spiegazione del teste.
Lo stesso Gabriele Sorrentino, ex datore di lavoro di Domenico Carolei, ha confermato davanti ai giudici di avere indicato alla società di Irollo il suo ex dipendente. «Era un periodo che non lavorava, si doveva sposare. Gli dissi di mandare curriculum. Ho letto che ha parenti pregiudicati, però lui era un ragazzo splendido. Conosco la famiglia della mamma, lui abitava vicino a me», ha dichiarato.
mercoledì, 26 Maggio 2021 - 17:27
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