Giustizia, schiaffo di De Luca a Pd e grillini: «Di Maio chiede scusa a Uggetti? Dieci anni di barbarie. Colpa dei dem»


Un’invettiva contro i Cinque Stelle e la loro cifra giustizialista ma anche uno schiaffo in faccia al ‘suo’ Pd. Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca decide di chiudere la diretta-monologo del venerdì sull’emergenza Covid-19 su una riflessione di natura politica che tocca al cuore uno dei temi più caldi del dibattito politico-mediatico. E lo fa prendendo spunto dalle rumorose scuse che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha deciso di porgere, dalle colonne de ‘Il Foglio’, all’ormai ex sindaco di Lodi Simone Uggetti, all’indomani dell’assoluzione in Appello che l’ex primo cittadino ha incassato rispetto all’accusa di turbativa d’asta per la quale, cinque anni fa, finì anche in carcere (per 10 giorni).

«Ho visto che Di Maio ha chiesto scusa al sindaco di Lodi risultato innocente dopo essere stato massacrato dai Cinque Stelle che per cinque anni gli hanno rovinato la vita. Abbiamo alle spalle anni di barbarie in cui si sono divertiti tutti i frustrati di questo Paese», ha esordito De Luca. Il riferimento è all’aggressione grillina, e leghista, che nel 2016 si scatenò contro Uggetti (in quota Pd) subito dopo l’arresto. «Se non si dimette lui, le dimissioni gliele devono chiedere Renzi e Guerini, ma non ho sentito Renzi farlo ancora. Chiedo al Pd di liberare i cittadini lodigiani tenuti in ostaggio», diceva Di Maio davanti a una platea di 300 persone che gridavano ‘onestà, onestà’. A fargli eco altri esponenti di punta del Movimento. Fu gogna. E fu così rumorosa che Di Maio ha deciso di fare ammenda, riconoscendo che «le modalità con cui abbiamo fatto battaglia contro l’ex sindaco, anche alla luce dell’assoluzione di questi giorni, appaiono adesso grottesche e disdicevoli».

Ebbene, il governatore della Campania ha accolto di buon grado l’esame di coscienza di Di Maio ma non si è lasciato sfuggire l’occasione dell’autocritica del grillino per censurare ancora una volta la politica pentastellata, per richiamare i partiti a una sensibilità sul tema della prescrizione e per sferzare il Pd, che in questi anni si è allineato alla politica giustizialista dei pentastellati non senza mal di pancia nel mondo della sinistra.

Sull’esperienza grillina: «Apprezzo sinceramente quello che ha detto Di Maio, solo pongo due problemi: il primo è ci volevano dieci anni per capire quello che ogni persona di buon senso poteva capire e cioè che un cittadino va rispettato fino a sentenza definitiva e che nessuno ha il diritto di massacrare o fare sciacallaggio su un cittadino? Ricordate la lista degli impresentabili sei anni fa? Che ne è stato degli impresentabili, un ministro donna costretto alle dimissioni e massacrata nella sua vita privata per vicende che non c’entravano niente. Che vergogna, che barbarie, ci voleva tanto per capirlo? I due mandati, la casta, quante imbecillità – ha proseguito De Luca – abbiamo dovuto ascoltare. Come per le Br: ci sono voluti 30 anni per alcuni di loro per capire che sparare a un essere umano è un atto di bestialità. Queste vicende ci devono rendono maturi e civili».

Sulla prescrizione: «Il secondo problema che pongo a Di Maio – è andato avanti De Luca – è va bene chiedere scusa ma poi bisogna essere conseguenti perché sulla prescrizione si continuano ad avere posizioni incivili. Non si può immaginare che il cittadino debba rimanere in sospeso per pagare i ritardi dello Stato. Il diritto serve a garantire libertà e dignità ai cittadini o a far finta di essere per la giustizia sulla loro pelle? Credo che l’Italia possa riflettere sui dieci anni che abbiamo alle spalle, su quanti elementi di imbarbarimento, demagogia e stupidità scaricati sugli altri abbiamo dovuto sopportare».

Subito dopo è arrivato lo schiaffo al Partito democratico: «Sulla giustizia c’è una responsabilità immensa dei Cinquestelle che hanno strumentalizzato questi temi salvo accorgersi di aver sbagliato quando sono stati coinvolto i loro sindaci ma c’è anche grande responsabilità del Pd. Dieci anni ci sono voluti per capire che la figura di reato dell’abuso di ufficio è stato congegnata come una ignominia? Il sindaco di Lodi cui è stato chiesto scusa – ha concluso il governatore campano – non recupererà più cinque anni di vita rovinata a lui e alla sua famiglia e un percorso professionale brutalmente interrotto. Mi auguro che l’esperienza faccia maturare tutti quelli che hanno scherzato sulla pelle delle persone».

venerdì, 28 Maggio 2021 - 18:00
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