Giustizia, incontro al vertice su scenari di modifica del ddl Bonafede. E i partiti presentano 398 emendamenti

aula tribunale

Ben 398 emendamenti al disegno di legge Bonafede sulla riforma dell’ordinamento giudiziario e del Consiglio superiore della magistratura: li hanno presentati le forze politiche che adesso auspicano di riscrivere la Giustizia provando sia a liberare la magistratura dalle degenerazioni del correntismo sia a prendere le distanze dalla piega giustizialista che ha caratterizzato i governi con anima grillina. A comunicare il conteggio degli emendamenti è stato Mario Perantoni, presidente della commissione Giustizia della Camera e deputato del Movimento Cinque Stelle. Nello specifico Forza Italia ha presentato 99 emendamenti; 82 sono stati presentati da Fratelli d’Italia; 62 da Italia Viva; 15 dalla Lega; 98 da Azione; 20 da Alternativa C’è; 10 dal Movimento Cinque Stelle; 12 dal Partito democratico. «Domani ci sarà l’incontro con la ministra Cartabia e gli esperti che ci illustreranno il risultato dei loro lavori, a questo punto confido che presto arrivino le proposte emendative del governo perché si possa procedere celermente nell’iter», ha detto Perantoni.

Qualche anticipazione sul contenuto degli emendamenti. Azione, che in materia di Giustizia schiera l’ex forzista Enrico Costa (deputato e responsabile Giustizia del gruppo), punta a «colpire sette vizi capitali del sistema: il correntismo, i passaggi dalle funzioni di Pm a Giudice, disciplinare che fa acqua, magistrati tutti promossi, responsabilità civile senza responsabili, porte girevoli con la politica, una miriade di fuori ruolo». «Gli emendamenti prevedono la separazione delle funzioni tra PM e Giudici fin dalla domanda di iscrizione al concorso in magistratura, una nuova legge elettorale per il Csm con voto singolo trasferibile, valutazioni di professionalità con pagelle e voti da 5 a 10 a seconda dei risultati ottenuti, nuove ipotesi di illecito disciplinare, modifica della legge sulla responsabilità civile, giro di vite al fuori ruolo per i magistrati che oggi, in oltre 200, svolgono attività fuori dai tribunali e fine delle porte girevoli tra magistratura e politica – spiega il deputato Costa in una nota – Proponiamo che i candidati al concorso debbano indicare nella domanda se intendano accedere ai posti nella funzione giudicante o a quelli nella funzione requirente, con tracce d’esame differenziate. Proponiamo commissioni del Csm composte da due sezioni, una per ciascuna funzione».

«Vogliamo poi riformare la composizione del Csm al fine di diminuire il peso delle correnti, con l’emendamento ‘Spazzacorrenti’: una nuova legge elettorale per l’elezione della componente togata dal Csm, basata sul sistema del voto singolo trasferibile, che privilegi la persona e la statura del candidato rispetto all’appartenenza alla corrente», conclude Costa.
Interventi sulla selezione dei componenti del Csm vengono proposti anche da Forza Italia, che punta sul sorteggio come metodo di elezione allo scopo di arginare il peso delle correnti. «Il gruppo di Forza Italia ha presentato significativi emendamenti al ddl di modifica dell’ordinamento giudiziario. Abbiamo innanzitutto proposto il sorteggio temperato per la elezione della componente togata del Csm, per limare una volta per tutte le unghie all’ingerenza delle correnti. Si tratta di un sistema compatibile con l’attuale assetto costituzionale, che prevede una selezione, mediante sorteggio, dei candidati all’elezione, che abbiano conseguito almeno la quinta verifica di professionalità, in numero multiplo rispetto ai seggi disponibili; solo successivamente è prevista l’elezione diretta in un unico collegio nazionale. Proponiamo altresì lo stop alle porte girevoli tra magistratura e politica, imponendo l’impossibilita’, sia pur diversamente graduata, per chi abbia svolto attività politica o amministrativa di tornare ad esercitare funzioni giurisdizionali. Vogliamo rafforzare la separazione delle carriere tra Pm e giudici, consentendo il passaggio da una funzione all’altra una sola volta e solo entro i primi cinque anni di servizio», dichiara, in una nota, il deputato e capogruppo di Forza Italia in commissione giustizia a Montecitorio Pierantonio Zanettin.

«Proponiamo – aggiunge – un più incisivo ruolo degli avvocati nei consigli giudiziari, accordando anche ai non togati pienezza di poteri, ed introducendo tra i membri di diritto anche i presidenti degli ordini distrettuali. Proponiamo una stretta degli incarichi fuori ruolo dei magistrati ed inoltre che nelle valutazioni di professionalità si passi ad un giudizio a voti, per meglio valorizzare le eccellenze anche in relazione all’esito degli affari trattati nelle successive fasi e gradi del giudizio. In definitiva, Forza Italia propone un ordinamento giudiziario più chiaro, più trasparente, capace di restituire, almeno nelle regole, maggiore meritocrazia per l’accesso ai ruoli direttivi e maggiore indipendenza del magistrato rispetto all’invasività delle correnti. E con la trasparenza e le regole certe diventerà possibile, nel generale percorso delle riforme, ipotizzare una benefica sinergia tra magistratura, avvocatura, politica e cittadini per realizzare non solo quanto ci viene chiesto dall’Europa, ma soprattutto un sensibile miglioramento dell’offerta di giustizia nel nostro Paese. Siamo in attesa – conclude – di conoscere in dettaglio le proposte della Commissione Luciani per poter avviare un confronto che, ne siamo convinti, non potràche essere utile e proficuo».

giovedì, 3 Giugno 2021 - 19:46
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