Lombardia Film Commission, condannati i contabili della Lega. Disposto risarcimento da 150mila euro alla fondazione

giudice martello

Sono stati condannati i due revisori contabili della Lega in Parlamento Alberto Di Rubba a 5 anni e Andrea Manzoni a quattro anni e quattro messi, imputati a Milano per il caso della compravendita del capannone di Cormano, acquistato dalla Lombardia Film Commission, con la quale sarebbero stati drenati 800mila euro di fondi pubblici. Lo ha deciso il gip Guido Salvini al termine del processo che si è svolto con rito abbreviato, formula che prevede lo sconto di un terzo della pena: le condanne hanno superato le richieste della procura.

Nello specifico il rappresentante della pubblica accusa aveva chiesto 4 anni e 8 mesi di Di Rubba in quanto “incaricato di pubblico servizio” perché in quel periodo era presidente di Lombardia Film Commission, mentre per Manzoni erano stati chiesti 4 anni.

I due imputati dovranno anche versare in solido un risarcimento danni di 150mila euro a Lombardia Film Commission, fondazione partecipata dalla Regione e dal Comune di Milano e parte civile nel processo in abbreviato per il caso della compravendita del capannone di Cormano, acquistato dalla Lfc. Inoltre il gip ha disposto la confisca delle due villette “Bounganville” e “Tigli” situate nel Green Residence Sirmione a Desenzano del Garda (Brescia) che i due ex contabili della Lega avrebbero acquistato con parte dei profitti illeciti derivanti dalla distrazione di 800 mila euro avvenuta nell’ambito della compravendita del capannone di Cormano (Mi) da parte della Lombardia film commission. I due immobili con relativi garage sul lungolago di Garda erano stati acquistati da Di Rubba e Manzoni nel 2017, dopo la chiusura dell’operazione immobiliare del capannone, tramite la societa’ Taaac Srl, a loro riconducibile, poi incorporata nella “Partecipazioni Srl”.

Nel processo in abbreviato con al centro Lfc, vicenda che è un filone dell’inchiesta milanese in cui si sta scavando anche su presunti fondi neri per il Carroccio, Di Rubba e Manzoni sono accusati di peculato e turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente. Nell’inchiesta è coinvolta anche una terza persona: l’imprenditore Francesco Barachetti, ritenuto dai pm vicino alla Lega e che si occupò sulla carta della ristrutturazione dell’immobile di Cormano, è a processo con rito ordinario davanti alla settima sezione penale del Tribunale.

All’esito della sentenza la difesa degli imputati ha annunciato ricorso in Appello. «Massimo rispetto per la sentenza e massimo dissenso dalla sentenza», è stato il commento dell’avvocato Piermaria Corso, difensore di Alberto di Rubba e Andrea Manzoni.

giovedì, 3 Giugno 2021 - 17:57
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