Il garbuglio di Verbania, chiesta l’apertura di una pratica al Csm. I penalisti di Napoli: «Giudici piegati dalle pressioni dei pm»


Tutti contro la decisione irrituale del presidente del Tribunale di Verbania di sostituire il gip dell’inchiesta sulla strage in funivia al Mottarone subito dopo la convalida dei fermi dei tre indagati (con esito non soddisfacente per la procura). E per tutti non si intendono solo gli avvocati, che sono saliti immediatamente sulle barricate forti del supporto dell’Unione delle camere penali italiane e anche della solidarietà dei colleghi di altri fori.

In quei ‘tutti’ vi è anche un pezzo di magistratura che per l’ennesima volta si trova a fare i conti con una storia che non fa bene all’immagine della categoria. I consiglieri togati del Csm Nino Di Matteo e Sebastiano Ardita hanno chiesto l’apertura di una pratica affinché si faccia chiarezza sulla sostituzione in corsa del gip Banci Buonamici.

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«Apprendiamo dalla stampa che nel corso di un procedimento penale pendente presso il tribunale di Verbania e nel cui ambito sono stati resi provvedimenti sulla libertà personale, il giudice costituito nella funzione di gip sarebbe stato sostituito in corso di procedimento con provvedimento del presidente del tribunale – si legge nel documento inviato al Comitato di presidenza di Palazzo dei Marescialli – Chiediamo che della questione venga investita con immediatezza la commissione competente e subito dopo l’assemblea plenaria affinché si intervenga con massima tempestività per valutare la correttezza della decisione adottata e la sua eventuale incidenza sui principi in tema di precostituzione del giudice».

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Nel contempo diversi penalisti italiani stanno facendo giungere la solidarietà ai colleghi di Verbania che hanno già proclamato una giornata di astensione. Da Napoli la Camera penale guidata da Marco Campora sposa – in un comunicato – la posizione della Giunta dell’Ucpi che ha parlato di episodio che calpesta la Costituzione e sottolinea come «la vicenda di Verbania costituisca l’ennesima riprova della necessità di procedere alla separazione delle carriere tra magistratura inquirente e requirente». Il sospetto dell’avvocatura tutta, infatti, è che il gip sia stato sostituito in corsa per via della decisione di scarcerare due indagati, non convalidando i fermi della procura. Una decisione ‘impopolare’ che, secondo l’avvocatura, sarebbe stata adottata per distendere gli animi con la magistratura contrariata dalla ‘bocciatura’ del gip Banci Buonamici. Nel solco di questo convincimento i penalisti stanno dando battaglia.

«E’ evidente – prosegue il comunicato stampa della Giunta della Camera penale di Napoli – che, nell’attuale contesto ordinamentale, la magistratura giudicante – debole, impaurita e talvolta poco consapevole del fondamentale ruolo ad essa demandato – non è in grado di sottrarsi alle enormi pressioni provenienti dalle Procure (e dai mondi che le ruotano attorno, in primis, l’informazione o comunque gran parte di essa) e per detto motivo sta progressivamente smarrendo quei caratteri di terzietà ed imparzialità che costituiscono l’essenza (ed ancor prima la legittimazione) del ‘giudicante’». Ecco perché «le decisioni emesse dai giudici della cui imparzialità e terzietà è (più che) lecito dubitare perdono ogni legittimazione democratica per trasformarsi in atti di puro imperio». Il che «è un pericolo gravissimo per la tenuta democratica del nostro paese, rispetto al quale i penalisti e tutti i cittadini consapevoli hanno l’obbligo di mobilitarsi».

mercoledì, 9 Giugno 2021 - 10:57
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