Processo ai D’Alessandro, 19 condanne: la Cassazione aveva annullato due gradi di giudizio per un vizio di procedura

aula tribunale

A distanza di 30 anni dai fatti contestati si conclude, davanti ai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Torre Annunziata (presidente Francesco Todico), il tribolato processo “Sigfrido”: condannati 19 presunti affiliati al clan camorristico D’Alessandro di Castellammare di Stabia (in provincia di Napoli), a cui sono state inflitte pene per quasi 312 anni di carcere complessivi. L’iter giudiziario era dovuto iniziare da capo per la mancata celebrazione dell’udienza preliminare. Le prime condanne all’esito del dibattimento arrivarono nel 2004, ma nel 2010 la Cassazione cancellò i precedenti gradi di giudizio ravvisando un vizio nella procedura: nello specifico gli ‘ermellini’ rimandarono gli atti indietro affinché si riapartisse dall’udienza preliminare. A rallentare ulteriormente il processo è stata poi la pandemia. In Appello diversi capi d’accusa, tra i quali l’associazione a delinquere, finiranno in prescrizione a novembre.

Tra i condannati Pasquale D’Alessandro, figlio del boss defunto Michele, al quale sono stati comminati 18 anni di carcere in continuazione con altre sentenze. I giudici hanno ritenuto di condannare il figlio del capoclan nella veste di “promotore, organizzatore e capo” del clan, per il reato di associazione a delinquere di tipo mafioso, dal 14 marzo 1997 al 15 ottobre 1997 e, per l’associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, dal settembre 1993 al 15 ottobre 1997. Per lui, e per il killer Raffaele Di Somma, al quale sono stati inflitti 28 anni di carcere, la Dda di Napoli (sostituto procuratore Giuseppe Cimmarotta) aveva chiesto 30 anni.

Queste le condanne: Michele Abbruzzese (26 anni); Francesco d’Assisi Apadula (21 anni); Ciro Avella (16 anni); Carmine Caruso (12 anni e 4 mesi); Ciro Castellano (7 anni); Pasquale D’Alessandro (18 anni); Maurizio Del Sorbo (24 anni); Raffaele Di Somma (28 anni); Antonino Esposito Sansone (15 anni); Giovanni Imparato (26 anni e 6 mesi); Giovanni Lucarelli (7 anni); Ugo Lucchese (28 anni); Nicola Martinelli (6 anni e 6 mesi); Ernesto Mas (16 anni); Antonio Nocerino (8 anni); Luigi Polito (5 anni); Antonio Rossetti (19 anni e 6 mesi); Alfonso Sicignano (14 anni) e Luigi Vitale (14 anni). I giudici hanno assolto Castellano (difeso dall’avvocato Raffaele Chiummariello) dall’accusa di concorso in associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Assolti da alcuni capi d’accusa anche Avella, Polito, Vitale e Di Somma. Il collegio difensivo era composto tra gli altri dagli avvocati Gennaro Somma, Alfonso Piscino e Antonio Di Martino.

venerdì, 11 Giugno 2021 - 12:26
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