Il Pd fa i conti con la stanchezza degli elettori: pochi alle primarie di Torino. E vince il candidato meno amico del M5s

Stefano Lo Russo

A giudicare da come sono andate le Primarie per la scelta del candidato del centrosinistra per le Comunali di Torino, appena 11mila persone ai gazebo che hanno incoronato il piddino Stefano Lo Russo, i Dem dovrebbero temere anche per la risposta dei cittadini a quelle convocate per il 20 giugno a Roma e Bologna. Domenica prossima, infatti, nella Capitale e nel capoluogo emiliano si vota per la scelta dei candidati alla carica di primo cittadino; a Roma si vota dalle 8 alle 20 (come a Bologna) e chi vorrà partecipare dovrà scegliere tra sette candidati: l’ex ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, prima punta del Pd; Giovanni Caudo, presidente del III Municipio; Tobia Zevi e Paolo Ciani, Cristina Grancio (ex M5stelle), Stefano Fassina e Imma Battaglia. A Bologna concorrono invece solo due contendenti: Matteo Lepore, oggi assessore comunale, e Isabella Conti, sindaco di San Lazzaro di Savena.

Si diceva di Torino come cartina di tornasole della disaffezione dell’elettorato del centrosinistra allo strumento delle Primarie. Vedremo come andrà a Roma e Bologna, nel capoluogo piemontese di sicuro è stato un flop con una affluenza ai minimi storici che ha visto comunque prevalere Stefano Lo Russo. Nelle consultazioni ai gazebo di 10 anni fa, furono 53mila i torinesi che andarono alle urne del centrosinistra, stavolta sono stati appena 11mila e il vincitore l’ha spuntata per appena 300 preferenze sul candidato civico Francesco Tresso.

Lo Russo, docente di geologia al Politecnico, ha 45 anni e se l’è vista contro altri tre candidati (Enzo Lavolta, anche lui del Pd; Francesco Tresso e Igor Boni). A loro ha dedicato un pensiero («Grazie per essere stati avversari corretti e di alto profilo» per poi dichiarare: «Questo non è un punto di arrivo ma di partenza, ora tutti uniti per portare a casa il vero obiettivo: la vittoria del centrosinistra a Torino».

Non è sfuggito ai più che tra tutti i candidati in lizza, in particolare rispetto all’altro piddino Lavolta cui era andato l’endorsement del sindaco Cinque Stelle Chiara Appendino e del viceministro pentastellato Laura Castelli, Lo Russo è il più lontano dal Movimento perché ha sempre osteggiato l’alleanza tra democratici e grillini senza farne mistero. Una dimostrazione, forse, della diffidenza ancora difficile da ‘bucare’ tra i due elettorati e i due partiti.

lunedì, 14 Giugno 2021 - 10:33
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