Vaccini, De Luca tira dritto: no al mix e richiamo AstraZeneca solo al quarto mese. Governatore coperto di critiche


Se qualcuno si aspetta che Vincenzo De Luca sulla questione dei vaccini faccia un passo indietro rispetto alle dichiarazioni di ieri, non conosce De Luca. A ventiquattro ore dall’annuncio (no al mix di dosi, stop ai vaccini come AstraZeneca e J&J per gli under 60), e nonostante le bordate che gli arrivano da Roma e da colleghi di ruolo e di partito, il governatore della Campania tira dritto e rilancia: «Ieri sera abbiamo mandato una nota tecnica dell’Unità di crisi al Ministero della Salute – ha dichiarato questa mattina – perché ci dia chiarimenti motivati, perché a giudizio dei nostri virologi la platea di cittadini che hanno in Europa sperimentato la somministrazione di vaccini diversi, non è molto ampia». De Luca cita quanto avvenuto in Spagna e Gran Bretagna. Qui, sostiene, non abbiamo pareri univoci da parte dei virologi e dei medici. Dunque abbiamo chiesto un chiarimento al Ministero ma nel frattempo abbiamo deciso di non somministrare vaccini di tipo diverso per una ragione di prudenza. Ora parliamoci chiaro, se fossimo nel pieno dell’emergenza e fossimo a un anno e mezzo fa, probabilmente avremmo dovuto andare avanti comunque, ma oggi tenendo conto del fatto che più della metà dei nostri concittadini ha avuto già la prima dose, e quindi tenendo conto del fatto che abbiamo una situazione di minore pericolo di contagio, ci pare ragionevole non forzare e quindi attendere i tempi indispensabili per avere tutti i chiarimenti scientifici».

In attesa di una risposta che eventualmente smentisca le remore campane, dunque, la situazione è questa: in Campania si continua con la somministrazione di Pfizer e Moderna, stop invece agli altri vaccini (AstraZeneca e J&J), stop ai vaccini eterologhi (il mix nda). «A chi ha fatto Astrazeneca – ha detto De Luca – sopra i 60 anni non c’è problema faremo il richiamo con Astrazeneca, perché non hanno avuto problemi con la prima dose. Per chi è sotto i 60 anni avremo una linea di maggiore prudenza, perché la somministrazione di vaccini diversi non ha avuto sul piano internazionale una sperimentazione ampia. Tranne che per cittadini che sono al quarto mese perché non farlo ora significa annullare la vaccinazione».

La decisione della Campania ha, come prevedibile, scatenato reazioni. Come quella del ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti che in radio ha incitato le regioni a «riferirsi alle indicazioni mediche» riferendosi espressamente alla Campania. «Alla politica – ha aggiunto la ministra – compete l’organizzazione, ma io non mi permetto di entrare nelle valutazioni scientifiche. Sicuramente c’è stata una sovrapposizione di informazioni, ma noi in meno di un anno abbiamo avuto un vaccino che ha salvato la vita a molte donne e uomini, da questo punto di vista la medicina è stata chiara. Dobbiamo ribadire la nostra fiducia nei confronti della scienza».

Caustico invece l’assessore emiliano- romagnolo alla Salute Raffaele Donini: «Non so quali competenze abbia De Luca – afferma – ma non esiste un piano vaccinale delle Regioni. Esiste quello dello Stato, che è suffragato dai pareri del Comitato tecnico scientifico. Non si possono fare vaccinazioni fai da te».

Un parere squisitamente scientifico arriva invece dal virologo Pierluigi Lopalco, assessore alla sanità della Regione Puglia, intervenuto a The Breakfast Club, su Radio Capital. Per Lopalco la tecnica del mix di vaccini è già stata usata nel passato: «Nella campagna vaccinale contro la polio, avevamo a disposizione due vaccini completamente diversi, uno con il virus vivo attenuato e l’altro con il virus ucciso e si è usata quella che veniva chiamata schedula mista. Le prime dosi con il vaccino ucciso e il richiamo con il vaccino vivo. Abbiamo ottenuto risultati migliori rispetto alle vaccinazioni con lo stesso prodotto».

«Un politico – continua – non può prendere decisioni di tipo tecnico senza prima consultarsi con gli esperti».

lunedì, 14 Giugno 2021 - 16:06
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