Cavalcavia della A16 a rischio, chiesto il giudizio per due dirigenti di Autostrade. Il pm: «Manutenzione assente»

cavalcavia sperone

Quattro anni dopo il sequestro dei cavalcavia 20 e 22 della A16 arriva la conclusione delle indagini e la richiesta di rinvio a giudizio a carico di due dirigenti di Autostrade per l’Italia. La Procura di Cassino ha chiesto che vadano a processo Costantino Ivoi, direttore del VI Tronco Cassino, e Luca Frazzica, direttore dell’Area di esercizio di Autostrade Spa. I due dirigenti sono indagati per omissione in atti di ufficio e omissione di lavori in edificio che minaccia rovina. L’udienza preliminare in cui verrà deciso l’eventuale rinvio a giudizio è stata fissata per il primo dicembre dinanzi al gup del Tribunale di Cassino. La Procura ha pure riconosciuto quali parti offese rappresentante legale e amministratore delegato della Euronut Spa, l’azienda che da quattro anni subisce i disagi legati al sequestro prima e al parziale sequestro dopo del ponte, unica strada di accesso alla loro azienda nella zona industriale di Sperone (Avellino), il Comune di Sperone e il Comune di Avella, sui cui territori insistono tutti i cavalcavia della A16 che nel giugno del 2017 furono sequestrati o oggetto di ‘attenzioni’ da parte della Procura di Avellino, prima titolare delle indagini poi passate per competenza territoriale a Cassino.

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Particolare la vicenda legata al cavalcavia 22. Mentre infatti gli altri viadotti avevano perlopiù scarsa rilevanza sul tessuto urbano della zona, il 22 era appunto l’unica strada di accesso ad una parte della zona industriale di Sperone visto che conduceva all’azienda Euronut, che da più di venti anni si occupa di trasformazione alimentare e produce crema di nocciole che esporta nel mondo, ad una cava e ai terreni agricoli di circa duecento contadini della zona. Dopo un iniziale sequestro totale che impediva del tutto l’accesso all’area, fu in seguito parzialmente dissequestrato lasciando la possibilità di accesso solo ai mezzi non pesanti e non larghi più di 2,20 metri. Una situazione che risolse i problemi dei coltivatori di nocciole ma non di Euronut e della cava.

Quattro anni sono durate le indagini, con evidenti ripercussioni economiche sulle aziende coinvolte; ora si arriva alla conclusione con richiesta di rinvio a giudizio nella quale la pubblica accusa sottolinea come i due dirigenti imputati avrebbero «omesso la necessaria verifica di sicurezza» sia sul cavalcavia 21 sia dei cavalcavia 19,20 e 22; avrebbero omesso «di effettuare interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria» sui ponti oggetto dell’indagine della Procura «limitandosi ad affidare alla Spea Enginering l’esecuzione di ispezioni in loco trimestrali» (…) «omettendo di eseguire e far eseguire i lavori necessari ad eliminare la rovina delle strutture». In merito al cavalcavia 22, la pubblica accusa mette in evidenza come Autostrade avrebbe provveduto solo dopo il sequestro a ridurre la carreggiata e a rideterminare il carico massimo transitabile.

martedì, 22 Giugno 2021 - 07:12
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