Blocco degli sfratti, la Consulta boccia la proroga: «E’ incostituzionale»

casa

Illegittima la proroga del blocco dei pignoramenti dell’abitazione principale del debitore. Lo stabilisce la Corte Costituzionale in una sentenza in cui giudica sproporzionata, non bilanciata e che non consente procedure differenziate a seconda dei casi la norma ‘blocca-sfratti’ del Governo. La decisione della Consulta interviene in particolare sullo stop ai pignoramenti immobiliari previsto nel Milleproroghe a fine 2020, sottolineando che con il blocco degli sfratti si consente una sproporzione tra tutela dei diritti del creditore e tutela dei diritti del debitore.

Questo perché, mettendo un blocco ai pignoramenti si insiste nel chiedere sacrifici al creditore, un sacrificio eccessivo considerando soprattutto che la norma non prevede la valutazione caso per caso, partendo dall’analisi della situazione economica dei debitori. In base all’attuale normativa, infatti, basta si tratti della prima casa per evitare lo sfratto.

«La sospensione della procedura esecutiva – si legge nella sentenza – deve costituire un evento eccezionale» e deve sussistere un «ragionevole bilanciamento tra i valori costituzionali in conflitto». Va dunque tutelato il diritto all’abitazione, ma la sospensione delle procedure esecutive secondo i giudici della Corte costituzionale può esserci solo per «circostanze eccezionali e per un periodo limitato». Queste circostanze si sono verificate nel periodo Covid, durante il quale i creditori hanno fatto sacrifici a beneficio di chi era maggiormente esposto, selezionato attraverso «un criterio a maglie larghe», ovvero il fatto che si trattasse di prima casa. Ma anche i creditore hanno subito danni, dunque col passare del tempo la misura così congegnata dal Governo è diventata «irragionevole e sproporzionata» essendo durata ben 14 mesi, nonostante anche la graduale ripresa dei giudizi civili, compresi quelli esecutivi.

Al legislatore, la Consulta chiede non di evitare del tutto la proroga delle norma ma di adottare misure più idonee che tengano conto del bilanciamento necessario tra diritti del debitore all’abitazione e tutela del creditore.

Il Centro Studi Giuridici Uppi (Unione piccoli proprietari immobiliari), esaminato il testo della sentenza ha espresso “una forte perplessità in ordine a tale decisione. E’ di tutta evidenza, infatti, che quei procedimenti sono quelli che colpiscono la parte veramente più debole e bisognosa della società, rappresentata da chi subisce il pignoramento dell’abitazione a seguito delle proprie indigenti condizioni di vita. Inutile rilevare, volendo entrare nel merito reale dell’aspetto considerato, che si tratta di una decisione che agevola fortemente le pretese degli istituti bancari che sono i principali promotori di quel tipo di procedimenti. Al contrario, ancorché l’argomento non abbia riguardato l’esame della Corte, sembra si lasci intendere che vi sia una sorta di benevola considerazione per la sospensione degli sfratti per morosità relativa ai contratti di locazione abitativa ed a uso diverso. Ciò in quanto, i provvedimenti di proroga succedutisi nel tempo, hanno di volta in volta ‘affinato’ le disposizioni medesime. Tale considerazione non è assolutamente condivisibile, in quanto, l’elemento fondamentale di tale aspetto, sta proprio nella continuità della sospensione dei provvedimenti giurisdizionali definitivi che non hanno motivo e non possono essere vietati. L’art. 24 della Costituzione (tutela dei propri diritti) è principio fondamentale del nostro ordinamento, che la stessa Corte valorizza proprio quale elemento di legittimità violato e considerato per la dichiarata incostituzionalità”.

mercoledì, 23 Giugno 2021 - 08:56
© RIPRODUZIONE RISERVATA