Giuseppe Conte non lascia, anzi rilancia, e mettendosi sullo stesso piano di Beppe Grillo detta le proprie condizioni da leader in pectore del Movimento Cinque Stelle sbalzato dal proprio ruolo dallo stesso garante in disaccordo con il nuovo statuto che, ha accusato, muterebbe in maniera radicale la storia e gli obiettivi dei pentastellati trasformando il Movimento in partito tradizionale. Conte, che molti davano in procinto di dire addio alla nemmeno iniziata avventura con i pentastellati e pronto a fondare un proprio partito, durante la conferenza stampa di ieri al Tempi di Adriano a Roma invece detta le proprie condizioni.
Quattro mesi fa, ricorda, ci fu l’incontro all’Hotel Forum con lo stesso Beppe Grillo in cui «ci siamo lasciati con il mio impegno a elaborare un progetto di riforma del M5S, che una volta condiviso ci avrebbe fatto partire con il piede giusto. Ho iniziato quindi a lavorare ad una sfida complessa ma anche stimolante. In questi 4 mesi ho studiato tanto, ho studiato gli Statuti del M5S, ho ascoltato suggerimenti di parlamentari, sindaci e singoli iscritti». Poi è arrivato lo strappo del comico genovese per alcune «diversità di vedute su alcuni aspetti fondamentali». «E’ emerso un equivoco di fondo – ha aggiunto Conte -: io credo che non abbia senso imbiancare una casa che ha bisogno di profonde ristrutturazioni. L’ho sempre detto, non mi sarei mai prestato ad una operazione di facciata, di puro restyling».
Cosa non va, dunque, nell’attuale rapporto tra Grillo e Conte secondo la ricostruzione dell’ex premier? In pratica, Grillo vorrebbe coinvolgerlo in una «operazione in cui non credo» dice. «Ho avuto un fittissimo scambio di mail con Grillo, ho accolto un buon numero delle sue osservazioni – spiega – Le altre non possono accoglierle, perché alterano questo disegno e creano confusione di ruoli e di funzioni. Domani mattina consegnerò i documenti frutto del mio lavoro dapprima a Grillo e poi a Crimi chiedendo che siano diffusi alla comunità. Sono condizioni imprescindibili del mio impegno».
Poi detta le sue condizioni al garante del Movimento: no ad una leadership «dimezzata», in favore di una leadership «forte e solida». Conte non vuole fare il «prestanome» né essere affiancato da un «leader ombra»: «Beppe sa bene che ho avuto e avrò sempre rispetto per lui. Spetta a lui decidere se essere il genitore generoso che lascia crescere la sua creatura in autonomia o il genitore padrone che ne contrasta l’emancipazione. Per lui c’è era e ci sarà sempre il ruolo di Garante,ma ci sarà distinzione tra la filiera di garanzia e la filiera degli organi di politica attiva al cui vertice ci deve essere il leader politico e la filiera di controllo».
Nel discorso che Conte legge d nove pagine appoggiate su un leggio, l’ex presidente del Consiglio sembra volere affermare non solo le sue condizioni ma anche la trasparenza della propria recentissima storia da capo di Governo, come a evidenziare l’intenzione di non cedere di un passo anzi di mettere la propria esperienza al servizio del Movimento: «Io sin da subito ho cercato di favorire il governo Draghi – dice – Oggi dobbiamo lavorare su un Pnrr che è il piano di tutta la comunità, non dobbiamo essere egoisti, dobbiamo lavorare anche per le generazioni future. Nessuno immagini che io personalmente abbia qualche diffidenza nel sostenere questo governo. “Alla comunità Cinque stelle chiedo di non rimanere spettatrice passiva di questo processo, chiedo di partecipare a una valutazione sincera di questa proposta di Statuto e di esprimersi con un voto. Non mi accontenterò di una risicata maggioranza, mi metto in discussione».
La risposta di Beppe Grillo, secondo voci emerse nella serata di ieri, dovrebbe arrivare oggi attraverso un video sulla sua pagina Facebook. Solo dopo la sua visione sarà chiaro se il comico genovese intende dare il via libera alla riforma di Conte o resta convinto del proprio no ad un processo di cambiamento che secondo lui snatura il Movimento. Un corpo a corpo politico che sfibra la comunità pentastellata, testimone disarmato di uno scontro cui, dice Conte, «dobbiamo mettere un punto fermo». Senza mediazioni, senza giri di parole, senza compromessi: o con lui o senza di lui.
martedì, 29 Giugno 2021 - 09:57
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