Diciannove indagati e trenta perquisizioni. A Napoli si apre un nuovo fronte investigativo che interessa il sistema sanitario. La procura della Repubblica partenopea ha acceso i riflettori su appalti riguardanti le attività di prevenzione e il contrasto della legionella presso le strutture dell’Asl Napoli 1: l’inchiesta è in fase embrionale e le perquisizioni disposte dai pm titolari del caso (Simone de Roxas, Maria di Mauro, henry John Woodcock e Antonio Ardituro) si sono rivelate necessarie per acquisire, e soprattutto per cercare, elementi utili alle indagini.
In campo i finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli che hanno svolto i controlli deliberati dagli inquirenti: sequestrati computer, telefoni cellulari, supporti informatici e documentazione cartacea presso otto aziende nei confronti delle quali non sono state formulate contestazioni. Sul piatto, per ora, ci sono le ipotesi di reato di corruzione, turbativa d’asta e falso.
Tra gli indagati figurano l’ex consigliere regionale Luciano Passariello (difeso dall’avvocato Giuseppe Ricciulli), l’ex dirigente dell’Asl Claudio Ragosta (difeso dall’avvocato Giuseppe Vitiello), l’imprenditore Antonio Martino (difeso dall’avvocato Giuseppe de Angelis) e il padre Arcangelo (negli anni ’90 assessore comunale), l’architetto e consulente dell’Asl Antonio Bruno (difeso dall’avvocato Bruno Larosa). Tra gli imprenditori sono coinvolti Arcangelo e Antonio Martino. Tutti stanno collaborando con gli investigatori del Nas e della Procura. Le indagini sono partite da alcune verifiche eseguite dal Nas lo scorso marzo a seguito di alcune criticità sorte, appunto, nel servizio di contrasto anti legionella.
venerdì, 2 Luglio 2021 - 10:01
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