Finito agli arresti domiciliari per un errore. E per errore accusato di avere avuto un ruolo nei pestaggi ai danni di alcuni detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Giuliano Zullo, agente della Penitenziaria, è stato scarcerato questa sera dal giudice per le indagini preliminari Sergio Enea del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Gli avvocati del poliziotto, Giuseppe Stellato ed Ernesto De Angelis, sono riusciti a dimostrare nel corso dell’interrogatorio di garanzia di lunedì scorso, che l’agente non era in servizio tra il 5 e il 6 aprile 2020 (domenica e lunedì), perché di riposo.
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L’agente, infatti, è impiegato all’ufficio colloqui con i detenuti, dove presta servizio dal martedì al sabato. Dall’interrogatorio è anche emerso che i 5-6 detenuti che lo avevano identificato dai video mostrati dalla Procura, si erano sbagliati, scambiandolo per un altro agente. Sposato e con tre figli, attende ora di rientrare in servizio, dopo 10 giorni agli arresti domiciliari.
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Grande e comprensibile l’amarezza di Zullo per la sorte che gli è toccata. «Sono un dipendente statale e sono stato trattato come un delinquente pur essendo innocente, sono ancora sotto choc, infangato dai detenuti dopo avere ricevuto sei encomi, e come se non bastasse, ho subìto anche una serie di minacce su Facebook», ha detto Zullo all’Ansa.
«Questa vicenda non ha colpito solo me, ma anche la mia famiglia e i miei figli, uno dei quali sta per diventare prete. Pensi che a causa degli arresti non ha potuto neppure festeggiare questo momento così importante per lui e per noi. Domani – aggiunge Zullo – cercherò di capire quando potrò fare ritorno in servizio». Sulla scarcerazione, la seconda in pochi giorni dopo quella dell’agente Angelo Bruno (per il quale era stato disposto il carcere), interviene il segretario regionale del sindacato della polizia penitenziaria Uspp Ciro Auricchio: «Questo episodio – afferma il sindacalista – dimostra quanto siano deleterie le violazioni della privacy quando le indagini sono ancora nella fase preliminare. Il collega e la sua famiglia hanno vissuto ingiustamente dieci giorni di inferno».
mercoledì, 7 Luglio 2021 - 22:15
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