Via libera alla riforma della giustizia, le nuove misure approvate in Cdm

Marta Cartabia

Passa la riforma del processo penale, nonostante i malumori dei Cinque Stelle sulla prescrizione. Le novità introdotte riguardano tempi delle indagini, giustizia riparativa, appello, misure alternative.

Tempi delle indagini
In base al testo passato in Consiglio dei Ministri sono rimodulati i termini di durata massima delle indagini rispetto alla gravità del reato. Inoltre, alla scadenza del termine di durata massima delle indagini, fatte salve le esigenze specifiche di tutela del segreto investigativo, si prevede un meccanismo di discovery degli atti, a garanzia dell’indagato e della vittima, anche per evitare la prescrizione del reato associato a un intervento del giudice per le indagini per le indagini preliminari che in caso di stasi del procedimento.

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Confermata l’attuale disciplina, che prevede lo stop alla prescrizione dopo la sentenza di primo grado (sia in caso di condanna sia in caso di assoluzione). Inoltre, si stabilisce una durata massima di due anni per i processi d’appello e di un anno per quelli di Cassazione. E’ in sintesi l’emendamento al disegno di legge sul processo penale, proposto dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia sul nodo della prescrizione, e approvato dal Cdm. È prevista la possibilità di un’ulteriore proroga di un anno in appello e di sei mesi in Cassazione per processi complessi relativi a reati gravi, come esempio associazione a delinquere semplice, di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, violenza sessuale, corruzione, concussione). Decorsi tali termini, interviene l’improcedibilità. Sono esclusi i reati imprescrittibili quelli puniti con ergastolo.

Delega giustizia riparativa
Delega al Governo a disciplinare in modo organico la giustizia riparativa, nel rispetto di una direttiva europea (2012/29/UE) e nell’interesse sia della vittima che dell’autore del reato. Lo prevede uno degli emendamenti al ddl di riforma del processo penale presentati dalla ministra della Giustizia, Marta Cartabia, e approvati dal Cdm. Si prevede l’accesso ai programmi di giustizia riparativa in ogni fase del procedimento, su base volontaria e con il consenso libero e informato della vittima e dell’autore e della positiva valutazione del giudice sull’utilità del programma in ambito penale. Previste inoltre la ritrattabilità del consenso, la confidenzialità delle dichiarazioni rese nel corso del programma di giustizia riparativa e la loro inutilizzabilità nel procedimento penale.

La richiesta di rinvio a giudizio
Il pubblico ministero può chiedere il rinvio a giudizio dell’indagato solo quando gli elementi acquisiti consentono una “ragionevole previsione di condanna”. Lo prevede uno degli emendamenti al disegno di legge di riforma del processo penale presentati dalla ministra della Giustizia, Marta Cartabia, e approvati dal Consiglio dei ministri.

Ricorsi in appello
Confermata in via generale la possibilità, tanto del pubblico ministero, quanto dell’imputato, di presentare appello contro le sentenze di condanna e proscioglimento. E’ quanto prevedono gli emendamenti al ddl di riforma del processo penale presentati dalla ministra della Giustizia, Marta Cartabia, e approvati dal Consiglio dei ministri. Il testo recepisce il principio giurisprudenziale dell’inammissibilità dell’appello per aspecificità dei motivi. Si prevedono limitate ipotesi di inappellabilità delle sentenze di primo grado, per esempio in caso di proscioglimento per reati puniti con pena pecuniaria e di condanna al lavoro di pubblica utilità.

Criteri di priorità
Gli uffici del pubblico ministero, per garantire l’efficace e uniforme esercizio dell’azione penale, nell’ambito di criteri generali indicati con legge dal Parlamento, dovranno individuare priorità trasparenti e predeterminate, da indicare nei progetti organizzativi delle Procure e da sottoporre all’approvazione del Consiglio Superiore della Magistratura. E’ quanto prevedono gli emendamenti al ddl di riforma del processo penale presentati dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia e approvati stasera dal Consiglio dei ministri.

Delega a governo su misure alternative
Delega al governo a effettuare una riforma organica della legge 689 del 1981, prevedendo l’applicazione, a titolo di pene sostitutive, del lavoro di pubblica utilità e di alcune misure alternative alla detenzione, attualmente di competenza del Tribunale di sorveglianza. E’ quanto stabiliscono gli emendamenti al disegno di legge di riforma del processo penale della ministra della Giustizia, Marta Cartabia, approvati dal Consiglio dei ministra. Le nuove pene sostitutive, detenzione domiciliare, semilibertà, lavoro di pubblica utilità e pena pecuniaria, saranno direttamente irrogabili dal giudice della cognizione, entro il limite di quattro anni di pena inflitta. E’ esclusa la sospensione condizionale. In questo modo, si garantisce maggiore effettività all’esecuzione della pena.

Per evitare di celebrare processi per fatti bagatellari, si delega inoltre il governo anche a estendere l’ambito di applicazione della causa di non punibilità, di cui all’articolo 131 bis del Codice penale, ai reati puniti con pena edittale non superiore nel minimo a due anni. Delega al governo anche per valorizzare l’istituto della messa alla sospensione del procedimento con messa alla prova dell’imputato. Si prevede che la richiesta di messa alla prova dell’imputato possa essere proposta anche dal pubblico ministero. La messa alla prova comporta la prestazione di lavoro di pubblica utilità e la partecipazione a percorsi di giustizia riparativa.

venerdì, 9 Luglio 2021 - 08:54
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