Italia, notte magica dopo il buio Covid: è la vittoria della ripartenza. Paese in festa da Trieste in giù, 15 feriti a Milano

L'Italia alza la coppa Fonte Foto: pagina Fb Nazionale di calcio italiana

E’ stata la vittoria della ripartenza. L’Italia sul tetto d’Europa che molti sperano diventi il simbolo di una nazione che vuole rinascere finalmente dopo un anno e passa di sofferenze, sacrifici, angoscia, lutti. La nazionale guidata dal ct Roberto Mancini piega ai rigori l’Inghilterra e vince i campionati europei nel suo tempo calcistico, lo stadio di Wembley mai così antisportivo come ieri. Inno italiano fischiato all’inizio dai supporter inglesi ma anche medaglia d’argento tolta dal collo in maniera sprezzante dai calciatori inglesi nella premiazione finale. Dettagli che non hanno sporcato la festa che intanto impazzava in Italia. Un’esplosione di gioia e follia «da Trieste in giù» per un risultato che inebria un Paese in sofferenza. Questa mattina alle sette gli azzurri sono arrivati a Roma con la coppa, accolti da un boato dei tifosi. Insieme a loro il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha assistito dalla tribuna all’evento epocale (la coppa mancava dall’Italia dal 1968) con la consueta sobrietà.

Al fischio finale, in Italia è esploso un carosello in ogni angolo. Una torcida colorata dei colori della bandiera, ma anche, in alcuni casi, un’esplosione di follia che ha causato 15 feriti dei quali 3 gravi a Milano. Qui infatti in piazza Duomo tre ventenni sono stati ricoverati d’urgenza, due in codice rosso per lesioni varie tra cui quelle da bombe carta.

Gioia incontenibile nei luoghi dove sono stati allestiti i maxi schermi, cori, urla, clacson, trombette fuochi d’artificio. I primi caroselli di auto sono partiti subito dopo l’ultimo rigore e l’auspicio è che i festeggiamenti si svolgano in modo responsabile, seguendo gli appelli che anche oggi si sono rinnovati.

Nel Paese c’è chi ha tifato la Nazionale lontano dalle strade, sventolando il tricolori dai balconi e al riparo dai rischi del Covid e chi – al contrario – ha sfidato virus e assembramenti sognando la coppa europea davanti ai mega proiettori in luoghi pubblici all’aperto, sui lidi, nei bar, spesso sotto lo sguardo delle forze dell’ordine. In tutto il Paese sono stati rafforzati controlli per scongiurare il rischio di maxi assembramenti. Stabilimenti, chioschi e ristoranti hanno richiamato da Nord a Sud chi non ha voluto rinunciare ad assistere a questi 90 minuti cancellando i problemi della pandemia. Ma gli appelli alla responsabilità, come detto, sono stati ripetuti come un mantra. L’invito è stato quello di festeggiare usando la mascherina, dispositivo che però nessuno sembra usare. Roma è letteralmente impazzita nelle fan zone dedicate ai supporter, già collaudate in occasione della semifinale vinta dalla Nazionale contro la Spagna.

La gioia dei tifosi è esplosa in particolare a piazza del Popolo – tra le più grandi aree allestite in Europa per questo tipo di evento – accessibile solo tramite prenotazione, con una capienza massima consentita di 2.500 posti. Altri mille in estasi ai Fori Imperiali. Il rischio di eccessi da parte dei tifosi, soprattutto nel dopopartita, ha spinto nella Capitale al transennamento di alcuni monumenti in centro storico, come in zona Campo de’ Fiori, piazza di Spagna e Fontana di Trevi.

A Napoli fuochi d’artificio, botti e caroselli d’auto come a Capodanno: le ‘batterie’ sono state fatte esplodere in diversi quartieri della città ed anche sul lungomare. In giro auto con le bandiere dell’Italia fuori dai finestrini. Nelle zone balneari, sul litorale romano ad esempio, l’accesso è stato possibile solo con mascherine e mantenendo la distanza di un metro l’uno dall’altro, regole che però sono quasi ovunque saltate dopo la vittoria.. In molte città la prudenza e la paura di assembramenti ha suggerito di non installare i maxi-schermi, come inizialmente previsto. Ad esempio a Milano nessuna proiezione in piazza proprio per evitare i rischi di contagio, ma i festeggiamenti sono stati rumorosi nelle aree di ritrovo, come l’Arena Milano Est, in zona Lambrate e il giardino della Triennale. Stessa scene anche a Venezia, Padova, Trieste, Palermo, Cagliari, Sassari e altrove, ma non c’è stata città in cui i tifosi non siano scesi in piazza o a cantare fuori dai balconi, proprio come nelle scene del lockdown che ora sembrano quasi dimenticate.

lunedì, 12 Luglio 2021 - 08:40
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