Tutti condannati gli imputati al processo per il crollo della palazzina di rampa Nunziante a Torre Annunziata del 7 luglio 2017. Tutti condannati per avere avuto un ruolo nel collasso dell’edificio che provocò la morte la morte di otto persone (tra cui due bambini).
Oggi pomeriggio, pochi minuti dopo le 18, il giudice monocratico Francesco Todisco del Tribunale oplontino ha scritto la parola fine a un processo delicato, che vedeva sotto accusa anche due noti avvocati penalisti, che si è giocato sul terreno delle perizie tecniche. E le conclusioni hanno sposato appieno l’assunto accusatorio sostenuto dal pm Andreana Ambrosino, sfociando in condanne che sono arrivate sino a 12 anni di reclusione.
Un verdetto severissimo, che è stato accompagnato anche da forti momenti di tensione in aula tanto che sono dovuti intervenire i carabiniere per allontanare le poche persone presenti tra il pubblico. In particolare i parenti di una delle vittime hanno inveito contro un imputato, Velotto, e il suo avvocato accusandoli di averli guardati con aria di sfida.
Il processo, dunque, si è concluso con condanne pesanti per quattro imputati accusati di crollo e omicidio colposo. Condannato a 12 anni di reclusione l’architetto Massimiliano Bonzani, ritenuto il direttore dei lavori ‘di fatto’ dell’appartamento al secondo piano, in cui si è innescato il crollo. Undici anni e due mesi per l’architetto Aniello Manzo, che insieme al primo avrebbe diretto i lavori. Al promissario acquirente e committente degli interventi di ristrutturazione, Gerardo Velotto, sono stati inflitti 12 anni e 6 mesi anni di reclusione. Nove anni e 6 mesi per Pasquale Cosenza, operaio “mastro” che, secondo la procura oplontina, materialmente li ha eseguiti.
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Gli avvocati e colleghi di studio Roberto Cuomo, quale amministratore di condominio, e Massimiliano Lafranco, promissario venditore dell’immobile sono stati condannati a un anno e due mesi ciascuno per falso, ma sono stati assolti dalle accuse di crollo e omicidio colposi.
Pene minori per gli altri imputati, accusati a vario titolo di falso: un anno per Rosanna Vitiello, Ilaria Bonifacio, Mario Chiocchetti, e Mario Cirillo. L’assoluzione, invece, è stata stabilita per Rita Buongiovanni, Giuseppe Buongiovanni e Roberta Amodio, Donatella Buongiovanni, Emilio Cirillo e Luisa Scarfato.
Queste le responsabilità per il tribunale di primo grado che, con diversi pesi, hanno portato all’alba del 7 luglio di quattro anni fa al cedimento del palazzo uccidendo Giacomo Cuccurullo, la moglie Adele Laiola, e il loro figlio Marco, Giuseppina Aprea, Pasquale Guida, la moglie Anna Duraccio e i loro figli Francesca e Salvatore.
mercoledì, 21 Luglio 2021 - 18:34
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