Assessore uccide immigrato, Adriatici resta ai domiciliari. Il gip: «Rischio per la collettività». Pronto ricorso al Riesame

Massimo Adriatici

Resta agli arresti domiciliari Massimo Adriatici, assessore alla Sicurezza autosospesosi dalla carica che a Voghera, città di cui era amministratore, ha sparato e ucciso un 39enne marocchino con turbe psichici dopo una lite in piazza. La difesa di Adriatici passa al contrattacco e presenta ricorso al Tribunale del Riesame al fine di ottenere la revoca dei domiciliari; svolgeranno inoltre atti istruttori nell’ambito delle indagini della difesa.

«Non sussiste in alcun modo pericolo di reiterazione del reato» ha dichiarato l’avvocato Gabriele Pipicelli contestando il provvedimento del gip che ha confermato i domiciliari disposti dal pubblico ministero; il gip Maria Cristina Lapi ritiene, al contrario, che Adriatici deve rimanere ai domiciliari in quanto è necessaria una «misura che limiti provvisoriamente ma fortemente la libertà di circolazione in capo a un soggetto che, per sua stessa ammissione, ha dichiarato di non essere in grado di gestirla (una situazione come quella, ndr) senza gravissimi rischi per la collettività».

Per quanto concerne il reato contestato al politico leghista, resta l’accusa di eccesso colposo di legittima difesa. Resta «la grave sproporzione tra azione e aggressione subita», considera il giudice che va «valutata considerando le qualità professionali di Adriatici» dalle quali «deriva un’aspettativa comportamentale proporzionalmente inversa rispetto alla condotta tenuta». Questo comporta «un giudizio negativo di personalità e di rimproverabilità specifica nel governo di situazioni di pericolo, neppure eccezionale, che non può non condurre a un’attenuazione radicale della fiducia che la collettività deve poter riporre nel comportamento di ciascun consociato quindi anche del prevenuto, nell’ottica della dovuta salvaguardia di beni giuridici superiori».

 «A ciò si aggiunge – annota il giudice – l’abitudine, riferita dallo stesso Adriatici , di passeggiare con in tasca o nella fondina una pistola con il colpo in canna e priva di sicura che evidenzia certamente una consuetudine comportamentale che è alla base della condotta oggi oggetto di valutazione (essendo evidente che, se l’avesse rimossa all’atto dello sparo, il titolo muterebbe indubbiamente da colposo a doloso)».

Secondo quanto ricostruito dalla Procura, «dopo essere stato aggredito da El Boussetaoui Youns con una violenta manata al volto che determinava la caduta degli occhiali che inforcava ed essere conseguentemente caduto a terra, costretto dalla necessità di difendersi dal pericolo attuale dell’offesa ingiusta provocata dal tentativo di quest’ultimo di avvicinarsi ulteriormente per colpirlo nuovamente , esplodendo un colpo d’arma da fuoco» ne «causava la morte». Questo «per colpa consistita nell’eccedere i limiti imposti dalla necessità per la sproporzione dell’errata valutazione del pericolo determinato dall’aver battuto violentemente la tesa a seguito della caduta e nel trovarsi sdraiato a terra, vedendo incombere su di sé l’aggressore».

Mercoledì intanto si terrà il Consiglio comunale a Voghera che, verosimilmente, non potrà evitare di affrontare la vicenda anche perché l’opposizione, in particolare la lista Alleanza civica per Voghera ha giudicato il fatto «Inammissibile».

lunedì, 26 Luglio 2021 - 11:32
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