Camorra, sequestrato il tesoro del commercialista del clan Mallardo: sottochiave beni per 20 milioni di euro


Sottochiave il ‘tesoro’ di Alfredo Aprovitola, considerato dagli inquirenti il commercialista del clan Mallardo. I finanzieri del Comando provinciale di Napoli, all’esito di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, stanno eseguendo, tra Campania e Lazio, sequestri per oltre 20 milioni di euro nei confronti del professionista 52enne.

Sottoposti a sequestro, tra le province di Napoli, Caserta, Frosinone e Latina, oltre 100 tra fabbricati, terreni, quote societarie, autovetture, nonché numerosi rapporti finanziari (89 fabbricati, 10 terreni, 8 quote societarie, 2 autovetture e numerosi rapporti finanziari). Beni per oltre 20 milioni di euro riconducibili al commercialista ritenuto vicino al clan camorristico.

Originariamente, le indagini della Procura di Napoli avevano evidenziato come le risorse accumulate nel tempo sarebbero state favorite dal rapporto della famiglia Aprovitola con il clan Mallardo. Al riguardo, Domenico Aprovitola, padre di Alfredo, indicato da numerosi collaboratori come il “tesoriere”, veniva considerato un esponente storico del Clan Mallardo, riconducendo la sua affiliazione all’epoca della fondazione dell’organizzazione stessa. Il figlio Alfredo, laureato in Economia e Commercio, occupandosi della gestione delle varie attività imprenditoriali riconducibili al clan, avrebbe assunto l’incarico di commercialista delle varie attività imprenditoriali soprattutto nei settori immobiliare ed edilizio.

Le evidenze investigative emerse nel corso degli anni, avrebbero fornito elementi determinanti circa la partecipazione di Alfredo Aprovitola al sodalizio criminale egemone nella zona di Giugliano; a queste si sono aggiunte le dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, con indicazioni chiare e circostanziate della possibile gestione dei capitali illeciti del clan da parte dello stesso.

Il commercialista avrebbe anche svolto un ruolo attivo nelle attività estorsive poste in essere da soggetti affiliati all’organizzazione criminale.

Arrestato dagli stessi finanzieri del Gico nel 2012 per estorsione aggravata dal metodo mafioso e nel 2013 per concorso esterno in associazione camorristica, Aprovitola, a conclusione delle numerose attività investigative eseguite nei confronti del clan Mallardo, è stato condannato a 7 anni di reclusione per estorsione dalla Quarta Sezione Penale del Tribunale di Napoli con sentenza emessa nel settembre 2020.

lunedì, 26 Luglio 2021 - 10:39
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