Caso Eni, i giudici di Milano fanno scudo a Storari: firme contro il trasferimento chiesto dal pg della Cassazione

Paolo Storari
Il pm Paolo Storari

Pm e giudici del Tribunale di Milano fanno quadrato intorno a Paolo Storari, il magistrato che ha dato la stura al caso dei verbali di Amara per il quale il pg della Cassazione Salvi nei giorni scorsi ha chiesto il trasferimento da Milano per incompatibilità ambientale. Per Storari hanno sottoscritto l’appello a favore i pubblici ministeri, cui si sono poi aggiunti una ventina (su 32) magistrati dell’ufficio gip in servizio e i giudici della sesta sezione penale. L’appello è stato promosso dal capo del pool antiterrorismo milanese Nobili e da tre aggiunti che nel documento rimarcano come «esclusa ogni valutazione di merito, la loro serenità non è turbata dalla permanenza del collega in Procura». 

Il numero di adesioni all’iniziativa dunque sta salendo di ora in ora. I pm di Milano sono diventati 50, sui 64 in servizio, mentre i gip, se si escludono i due che sono in consiglio giudiziario e pochi altri, sono 23.

E poi si stanno aggiungendo, oltre ai giudici della sesta penale in blocco, anche quelli di altre sezioni. Inoltre sta prendendo quota la proposta di mandare il documento con le adesioni al Csm, al quale spetterà decidere se accogliere la richiesta del pg Salvi ricalcata sulla relazione inviata dal Procuratore Francesco Greco e dal suo aggiunto Laura Pedio protagonisti assieme all’altro aggiunto Fabio De Pasquale dello scontro con il pm Storari sulla gestione delle vicende di Eni. I magistrati milanesi con la lettera sottoscritta oramai da molti, in sostanza bocciano l’iniziativa del procuratore generale della Cassazione. L’iniziativa, inoltre, ha in un certo qual modo dato una veste di ufficialità al malcontento che per anni ha covato sotto le ceneri per la gestione dell’ufficio della Procura dove, questa è la lamentela che ricorre da tempo, ci sono stati e ci sono “figli e figliastri”.

Senza contare le polemiche e i rilievi ancora attuali nei confronti del dipartimento Affari Internazionali voluto e affidato da Greco a De Pasquale, la cui produttività – se si escludono i processi su Eni, di cui due sono finiti con l’assoluzione di tutti gli imputati – è per molti ancora un mistero. In merito all’appello pro Storari, c’è “grande mobilitazione” anche a livello della giunta locale dell’Anm e del distretto della Corte d’Appello.

Il caso
Giovanni Salvi, procuratore generale della Cassazione, ha chiesto alla sezione disciplinare del Csm, che ha convocato l’udienza per il 30 luglio, che Storari lasci Milano; Salvi ha avviato l’ azione disciplinare nei confronti del magistrato.

La richiesta è quella di allontanare d’urgenza dalla Procura di Milano Storari, che nell’aprile del 2020 aveva consegnato i verbali segretati in formato word sulla presunta associazione segreta ‘Loggia Ungheria’ all’allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo, e trasferirlo d’ufficio in via cautelare senza che possa più esercitare le funzioni di pm nemmeno nella nuova sede. Tra le gravi scorrettezze che Salvi contesta a Storari sul piano disciplinare c’è- a quanto scrive il Corriere della Sera- «l’informale e irrituale» consegna a Davigo di copie non firmate di verbali «su una supposta associazione segreta di cui avrebbero fatto parte anche due consiglieri Csm”: essendo stata fatta “a un singolo consigliere Csm» e “a insaputa del procuratore di Milano”, avrebbe violato le modalità formali ricavabili da due circolari Csm del 1994 e 1995.

 Storari si difenderà con una memoria articolata spiegando le sue ragioni, con mail e altri documenti allegati che verrà depositata al Csm nell’ambito del procedimento disciplinare. Il pubblico ministero il 30 luglio, nell’udienza in cui si discuterà sulla richiesta del pg della Cassazione del suo trasferimento d’urgenza dagli uffici milanesi e del cambio di funzioni, ricostruirà nel dettaglio, rispondendo alle ‘accuse’, quando già denunciato alla Procura di Brescia in merito ai verbali sulla loggia Ungheria dell’avvocato Piero Amara e alla gestione nel processo Eni-Nigeria dell’imputato Vincenzo Armanna.

lunedì, 26 Luglio 2021 - 09:27
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