Green Pass obbligatorio, il Cdm decide le ultime regole in zona Cesarini. La Regione Piemonte scrive al Garante della Privacy

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Da domani per accedere ad alcune attività al chiuso occorrerà il ‘green pass’. Il Governo ha deciso e oggi saranno rese note le regole per l’utilizzo del certificato verde. A Palazzo Chigi è prevista la cabina di regia con i vertici del Cts, Franco Locatelli e Silvio Brusaferro, assieme ai capi delegazione dei partiti. Poi la palla passerà al Consiglio dei ministri per mettere a punto il nuovo decreto. Tutto all’ultimo minuto, come ci aveva abituati il precedente governo.

In quali attività al chiuso occorre il Green Pass
Il green pass sarà l’unico lasciapassare per accedere alle seguenti attività: servizi di ristorazione svolti da qualsiasi esercizio per il consumo al tavolo, al chiuso; spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportivi; musei, altri istituti e luoghi della cultura e mostre; piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra, centri benessere, anche all’interno di strutture ricettive, limitatamente alle attività al chiuso; sagre e fiere, convegni e congressi; centri termali, parchi tematici e di divertimento; centri culturali, centri sociali e ricreativi, limitatamente alle attività al chiuso e con esclusione dei centri educativi per l’infanzia, compresi i centri estivi, e le relative attività di ristorazione; attività di sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò; concorsi pubblici.

Chi ha diritto al Green Pass
Per farla breve, chi vorrà avere una vita sociale sarà sostanzialmente obbligato a vaccinarsi (a meno che non ha già avuto il Covid), altrimenti correrà il rischio di essere tagliato fuori. Ricordiamo che il green pass attesta una delle seguenti possibilità: avere fatto almeno una dose di vaccino; essere guariti dal Covid-19 nei sei mesi precedenti; essere risultati negativi a un tampone molecolare o rapido nelle 48 ore precedenti. La terza opzione consentirà ai non vaccinati di potere godere di un cinema, di un teatro o di una cena fuori ma a condizioni di tempo ed economiche svantaggiose: non sfuggirà, infatti, l’esborso di soldi cui si dovrà andare incontro per vaccinarsi, né l’incombenza di doversi sottoporsi a tampone due giorni prima di poter svolgere qualsiasi attività inserita in quelle coperte da green pass. La certificazione non è richiesta ai bambini esclusi per età dalla campagna vaccinale e ai soggetti esenti sulla base d’idonea certificazione medica.

Chi si oppone al Green Pass obbligatorio. Coletti: «E’ un obbligo surrettizio della vaccinazione»
Tornando, dunque, al green pass obbligatorio è ormai tutto pronto per le novità di questa pandemia che durerà ancora per diverso tempo. Ma non tutti sono entusiasti della misura. Sul fronte politico c’è la contestazione di Lega, Fratelli d’Italia, e ‘L’Alternativa c’è’ che fa parte del Gruppo Misto. «Il Green pass per come è stato concepito qui in Italia è sostanzialmente un obbligo surrettizio della vaccinazione, esattamente l’opposto del motivo per cui è stato creato a livello europeo – ha affermato Andrea Colletti, presidente de L’Alternativa C’è intervenendo a Coffee Break Estate – Lo dico da vaccinato: così com’è non ha senso né a livello giuridico né a livello epidemiologico. Può avere senso là dove serve a mitigare il rischio, dove si creano i grandi assembramenti: penso agli stadi, ai concerti, persino a situazioni come i festeggiamenti per la vittoria della nazionale di calcio agli Europei. Ma in un bar o un ristorante dove questi assembramenti non ci sono, questo strumento non serve e finisce solo col creare problemi anche agli stessi esercenti».

La Regione Piemonte scrive al Garante della Privacy

Ma l’ostilità al green pass rischia di tramutarsi anche in una guerra a colpi di carta bollata. La Regione Piemonte ha scritto al Garante Nazionale della Privacy per avere conferma che agli esercenti privati non possano, e non debbano, essere attribuite funzioni tipiche dei pubblici ufficiali, con l’entrata in vigore del Green Pass. «Hanno perfettamente ragione le associazioni di commercianti ed esercenti quando affermano che un ristoratore non ha alcun obbligo e titolarità di identificare i propri clienti esigendo l’esibizione dei documenti di identità, quantomeno nell’ordinamento giuridico italiano», ha spiegato l’assessore della Regione Piemonte agli Affari Legali Maurizio Marrone.

«Nessuna sanzione e misura repressiva finché non verrà fatta chiarezza dall’autorità preposta alla tutela dei dati personali. Questo governo non può permettersi di calpestare secoli di Stato di diritto in nome dell’emergenza sanitaria. Una delle condizioni poste a giugno dal Garante della privacy era stata espressamente la “tassatività e la determinatezza dei campi di applicazione del Green Pass”, mentre in questi giorni apprendiamo dai giornali di continue estensioni applicati e da parte del governo», ha continuato Marrone. «Noi Fratelli d’Italia abbiamo sempre sostenuto che il Green Pass fosse una misura discriminatoria tra cittadini, illogicamente svincolata dall’andamento dei dati sanitari, e inutilmente penalizzante nei confronti dei settori del turismo, della ristorazione e della cultura che stavano faticosamente affrontando la ripresa. Ora i nodi vengono al pettine», ha aggiunto.

giovedì, 5 Agosto 2021 - 11:32
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