Camorra, arrestata Maria Licciardi: era in aeroporto per volare in Spagna. La procura l’ha bloccata con un decreto di fermo


Se fosse riuscita a prendere quel volo, probabilmente avrebbe avuto la possibilità di sparire nel nulla qualora le condizioni lo avessero reso necessario.

Maria Licciardi, donna di camorra e capo dell’omonimo clan con quartier generale nella Masseria Cardone a Napoli, è stata arrestata questa mattina nell’aeroporto di Ciampino mentre era in attesa dell’imbarco per la Spagna. A bloccarla sono stati i carabinieri del Ros che le hanno notificato un decreto di fermo, ossia un provvedimento d’urgenza emesso dalla procura della Repubblica di Napoli: in calce al provvedimento vi sono le accuse di associazione di stampo mafioso estorsione, ricettazione di somme di denaro di provenienza illecita e turbativa del regolare svolgimento di un’asta giudiziaria, tutti reati aggravati dalle modalità mafiose. La donna era diretta dalla figlia a Malaga. Con lei vi erano due accompagnatori. Al momento del fermo non ha opposto resistenza.

«L’indagine – come descritto in una nota stampa – ha evidenziato che Maria Licciardi, fin dalla sua ultima scarcerazione risalente al dicembre 2009 (dopo circa 8 anni di detenzione), ha progressivamente assunto la direzione della consorteria, gestendo le attività illecite attraverso disposizioni impartite, anche durante incontri e summit riservati, ad affiliati con ruoli apicali e ai capizona ai quali erano affidate porzioni dell’area di influenza dell’organizzazione (Masseria Cardone, Don Guanella, Rione Berlingieri e Vasto)». Le investigazioni hanno anche posto in luce un’attenta gestione della cassa comune da parte dell’indagata, che puntualmente provvedeva al sostegno delle famiglie degli affiliati detenuti, ciò anche per evitare pericolose defezioni collaborative.

Sono state censite condotte di natura estorsiva, tra cui l’intervento in occasione di un’asta giudiziaria riguardante la vendita all’incanto di alcuni immobili ubicati a Secondigliano, e le minacce rivolte dalla Licciardi nei confronti una donna ritenuta responsabile di aver sottratto un’ingente somma di danaro alla famiglia mafiosa.

L’indagine è stata resa particolarmente difficoltosa delle continue bonifiche degli ambienti e dei mezzi in uso all’organizzazione (volte a scongiurare la presenza di dispositivi di intercettazione). Tuttavia i carabinieri sono riusciti a documentare il capillare controllo del territorio, ottenuto grazie al massiccio impiego di sentinelle, che consentiva alla donna di allontanarsi dall’area in caso di anomale presenze delle forze di polizia.
Maria Licciardi si era resa irreperibile in occasione dell’esecuzione di misure cautelari del giugno 2019 (operazione ‘Cartagena’) all’esito di complessa e articolata indagine, diretta dalla Procura della Repubblica di Napoli, sviluppata anche dal Ros in direzione della cosiddetta Alleanza di Secondigliano: l’ordinanza fu però annullata dal Riesame.
Il fermo di Maria Licciardi dovrà ora essere convalidato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli.

La notizia ha sollecitato i commenti di numerosi esponenti dello Stato. La prima a congratularsi con magistratura e forze dell’ordine per «l’impegno e la determinazione» mostrata «per contrastare le organizzazioni camorristiche che controllano capillarmente ampi territori e gestiscono affari illeciti anche attraverso una strategia comune» è stato il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese: l’arresto di Maria Licciardi, ha detto, «è un segnale forte dello Stato» nella lotta alla camorra. Un plauso è arrivato anche dal magistrato (in aspettativa) Catello Maresca, in corsa per la carica di sindaco di Napoli: «Oggi è stata scritta un’altra bella pagina di legalità per Napoli e per il nostro Paese. E’ la dimostrazione che le mafie possono e devono essere sconfitte».

sabato, 7 Agosto 2021 - 16:24
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