Uccise dai compagni, 3 omicidi in meno di 24 ore: quel filo di sangue che unisce Grossetto, Vigevano e il Bresciano

Panchina rossa violenza sulle donne
La panchina rossa simbolo della lotta alla violenza contro le donne (foto Kontrolab)

Uccise per mano dei propri uomini. In poco più di 24 ore, le cronache si sono ritrovate a raccontare tre femminicidi. Tre vite di donne spezzate per mano di chi diceva di amarle.

In provincia di Grossetto, Nicola Stefanini ha tolto la vita alla compagna Silvia Manetti con la quale era andato a convivere da poco tempo a Monterotondo. Pochi giorni fa su Facebook Nicola, operaio in un’azienda del posto, aveva dedicato un post alla donna: «Tu che sei l’essenza dei giorni miei, auguri amore mio. Oggi son 3 anni che mi sopporti», a corredo cuoricini alternati a figure di teschi. L’altra notte Nicola ha invitato a cena Silvia, i due hanno brindato in un locale di Suvereto (Livorno) il loro terzo anniversario, poi si sono messi in macchina per tornare a Monterotondo Marittimo. Ma una volta giunti in località Campetroso è accaduto qualcosa. Il 48enne ha accostato l’auto sul bordo della statale 398 tra campi coltivati a vigne e oliveti e ha ucciso Silvia che gli sedeva accanto. L’ha accoltellata. Poi ha chiamato il 112 confessando il delitto e chiamando i soccorsi. Silvia Manetti era originaria di Altopascio (Lucca), mentre Nicola Stefanini era di Volterra (Pisa). La donna aveva due bambini, di 12 e 10 anni, avuti da un precedente matrimonio (era rimasta vedova).

A Vigevano, invece, si è fermata la vita di Marylin Pera di 39 anni. Anche lei è stata accoltellata. Anche lei è stata uccisa al compagno, il 59enne Marco De Frenza. Ai poliziotti che lo hanno arrestato, De Frenza ha raccontato di essere rimasto a casa con il cadavere della donna a in una pozza di sangue per 24 ore prima di costituirsi, e di averla uccisa mentre era ubriaco. Il delitto sarebbe stato commesso nel bagno dell’abitazione della donna, che lascia un figlio avuto da una precedente unione.

Sempre in Lombardia, un uomo di 56 anni e una donna di 57, marito e moglie di origini straniere, sono stati trovati senza vita nella loro abitazione a Cazzago San Martino, nel Bresciano. Secondo una prima ricostruzione, si tratterebbe di un Omicidio-suicidio. L’uomo avrebbe strangolato la moglie, con la quale aveva tre figli, e poi si sarebbe impiccato. Sul posto è stata trovata una lettera in cui vengono spiegate le regioni del gesto. Subiva violenze e minacce da sette mesi, invece, la donna che e’ riuscita a salvarsi dal suo compagno, fuggendo con gli abiti strappati, ferita e a piedi nudi, dalla loro casa nel Gargano e chiedendo aiuto ai passanti che hanno chiamato i carabinieri. L’uomo, che aveva altri precedenti penali, è stato posto ai domiciliari per maltrattamenti. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il 36enne – che aveva in casa anche 12 cartucce detenute illegalmente – avrebbe colpito la sua compagna, dopo averle tolto il cellulare, con calci e pugni ferendola al volto. Denunciata, in concorso di reato, anche sua madre.

venerdì, 13 Agosto 2021 - 09:12
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