Tamponi gratis, rivolta dei presidi: «No a vie di fuga per i prof no-vax». Nuove regole: in aula con porte e finestre aperte


A meno di un mese dalla sua ripartenza, è la scuola il tema su cui è ancora forte lo scontro. Stavolta da un lato il ministero dell’Istruzione, dall’altra i dirigenti scolastici: ragione del contendere, la parte del protocollo firmato la scorsa notte dopo lunghe trattative con i sindacati e gli stessi presidi, che prevede tamponi per i docenti non vaccinati. Sono stati i rappresentanti dell’Associazione nazionale presidi infatti a lasciare anzitempo il tavolo di confronto in polemica con quel preciso punto del documento d’intesa che contiene anche altre misure necessarie affinché si torni in classe in sicurezza.

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I tamponi gratis
Ad agitare i presidi dell’Anp, come detto, la questione dei tamponi gratuiti ai non vaccinati; i dirigenti scolastici non hanno mai messo in discussione il Green Pass per gli insegnanti, ma contestano la previsione del protocollo in base alla quale le scuole possono usare le risorse messe a disposizione del Governo per mettere a disposizione i tamponi gratuiti secondo l’interpretazione della parte in cui si prevede che i fondi stanziati vadano affrontati per risolvere le criticità legate alla pandemia. Di qui, ha spiegato Antonello Giannelli (presidente dell’Anp), la mancata firma al documento «perché contrari alla possibilità che le scuole si facciano carico del costo dei tamponi, inoltre il testo non chiarisce quali siano i dipendenti non vaccinati che abbiano diritto al rimborso del tampone». L’obiettivo della protesta dei presidi è ribadire che il tampone non deve essere ‘sponsorizzato’ per diventare sostitutivo alla vaccinazione, favorendo così i cosiddetti no-vax.  Dunque chiedono una modifica al protocollo. A fugare i dubbi ci ha pensato comunque il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi che, attraverso una nota ufficiale del dicastero, ha sottolineato come non ci saranno tamponi gratis per professori no-vax ma «una corsia preferenziale per il personale che deve ancora vaccinarsi e un supporto ai più fragili, ossia a chi non può ricevere il siero per particolari motivazioni sanitarie».  «Non è previsto, né si è mai pensato di prevedere – continua la nota –  un meccanismo di gratuità del tampone ai cosiddetti no vax. Il Protocollo ricalcando quanto disposto già oggi dalle norme vigenti   consente alle scuole, sulla base di un preventivo raccordo istituzionale con il Commissario straordinario per l’emergenza sanitaria, di effettuare tamponi diagnostici al personale mediante accordi con le Aziende Sanitarie Locali o con strutture diagnostiche convenzionate». L’associazione nazionale presidi, dopo la diffusione della nota, ha apprezzato le parole del ministro auspicando comunque che il testo del protocollo «sia modificato in coerenza con quanto da lui espresso».

Le altre misure
Tornando al testo del protocollo d’intesa, quest’ultimo introduce misure che consentano un ritorno sicuro in aula. In primis, regole che garantiscono il distanziamento e quindi mettono al bando le cosiddette classi pollaio. Tra un banco e l’altro deve esserci un metro di distanza, minimo due tra i banchi e la cattedra. Se non ci sono spazi che consentono questo distanziamento, si deve indossare la mascherina e agire per spazi aggiuntivi. Si prevede anche per quest’anno scolastico la previsione di orari di ingresso e uscita scaglionati, eventualmente ingressi separati, possibilità di entrata a scuola in due orari diversi (le 8 e le 10) per agevolare il trasporto pubblico. L’obbligo di mascherina (in mancanza di spazi adeguati) riguarda tutti gli alunni dalla prima elementare (anche se hanno meno di sei anni e già sono in prima elementare) mentre tutti i locali che ospitano le lezioni o altri momenti della vita scolastica vanno areati e sanificati; dunque porte e finestre aperte ma non quando c’è maltempo.

lunedì, 16 Agosto 2021 - 07:58
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