Referendum giustizia, raggiunte le 500mila firme: Salvini punta al milione e il Partito democratico, a sorpresa, si spacca


I referendum sulla giustizia promossi dalla Lega e dal Partito Radicale hanno raggiunto e superato le 500mila firme necessarie per la loro indizione. A dare notizia del risultato, raggiunto nonostante il caldo e le piazze svuotate dalle ferie, è il Carroccio attraverso una nota in cui si aggiunge che il segretario «Matteo Salvini conta di raggiungere quota un milione nelle prossime settimane. L’impegno sul territorio continua, soprattutto nelle località turistiche – continua la nota – giovedì il leader della Lega sarà al gazebo serale organizzato per raccogliere adesioni a Forte dei Marmi, sabato 21 sarà in Sardegna, martedì 24 a Rimini, sabato 28 a Pinzolo». A questo punto, a meno di ‘inghippi’ nella fase ultima della autenticazione delle firme, la Corte Costituzionale dovrà ammettere i referendum che si compongono di sei quesiti.

Ma la Lega punta, come spiegato nel comunicato, a superare il traguardo delle 500mila firme anzi a doppiarlo grazie a una campagna ‘spiaggia a spiaggia’ che sta conducendo in queste settimane attraverso banchetti e gazebo che raggiungono i cittadini anche in vacanza; da una settimana, poi, così come anche per il referendum sulla legalizzazione della eutanasia, si può dare il proprio sì anche online grazie a un emendamento del decreto Semplificazioni che in pochi giorni ha in effetto velocizzato la raccolta firme per entrambi i referendum.

I sei quesiti referendari riguardano diversi argomenti e ambiti: separazione della carriera dei magistrati con cancellazione della possibilità dei magistrati di passare dalla carriera di giudice a quella di pm e viceversa; responsabilità civile diretta per i giudici, cancellazione della Legge Severino che riguarda la incandidabilità e decadenza per parlamentari, europarlamentari e ministri in caso di condanna a due anni, ricorso alla custodia cautelare e laici nei consigli giudiziari.

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«I referendum sulla giustizia sono la salvezza della magistratura perbene – ha dichiarato Salvini rispondendo ai giornalisti. Giornalisti che gli chiedevano anche conto delle dichiarazioni di Nicola Gratteri, procuratore a Catanzaro, che ha espresso critiche sia sui quesiti che sulla recente riforma Cartabia: «Gratteri è un amico – dice il leader della Lega –  so che sulla riforma Cartabia e sugli stessi referendum ha punti di vista diversi. Li rispetto ma non li condivido. I referendum sono la salvezza sia della magistratura perbene, indipendente e libera che dell’Italia in generale perché nessuno viene ad investire in un Paese in cui i processi durano 15-20 anni. In questa occasione non sono d’accordo con il procuratore».

«Siamo giunti a  mezzo milione – ha aggiunto – e l’obiettivo è un milione. Dopo 30 anni di attesa mancata della politica saranno i cittadini con queste firme e con questi referendum fare la riforma della giustizia. Chi sbaglia paga, anche i giudici. E poi i processi devono avere tempi certi. C’è ancora agosto e settembre per firmare. E’ un successo incredibile, sono contento».

Ma la battaglia per il referendum sulla Giustizia, che ormai la Lega può dire pienamente vinta, riguarda non solo la raccolta firme ma anche gli equilibri della maggioranza di Governo già in tensione per le fibrillazioni causate dalla riforma del Guardasigilli e ora in alcuni casi spaccata anche all’interno dei partiti. Nel Pd, ad esempio, alcuni esponenti si dicono disponibili a firmare per il referendum sulla Giustizia. Sono cinque i parlamentari Dem che hanno già, con grande sorpresa in casa Democratici: Goffredo Bettini, Giorgio Gori, Gianni Pittella, Massimo Smeriglio e Luciano Pizzetti.

martedì, 17 Agosto 2021 - 08:34
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