Messina Denaro, Mesina e gli altri: ecco i latitanti più pericolosi d’Italia. Sono i ‘top most wanted’ della Criminalpol

Matteo Messina Denaro

Matteo Messina Denaro, primula rossa di Cosa Nostra, è di sicuro il più celebre, oltreché inafferrabile, latitante della storia d’Italia. Il suo volto cristallizzato in una delle poco foto (in bianco e nero) in possesso degli inquirenti, o quello invecchiato artificiosamente per fornire una nuova fisionomia dopo 28 anni di latitanza, sono diventati un’immagine familiare e quasi angosciosa. Perché a quel viso senza espressione del boss di Castelvetrano si associano delitti e strategie del terrore della mafia. Di recente uno scoop del Tg1 ha consentito ai telespettatori di ascoltare anche la voce, mai udita prima, di Messina Denaro (datosi alla macchia nell’estate del 1993 e condannato all’ergastolo in contumacia anche per le stragi del 1992 a Roma e Firenze): era l’aprile dell’anno della sua fuga, e testimoniava in un processo. Da ieri, la primula rossa è inserita anche nella “Top Most Wanted”, l’elenco dei latitanti di massima pericolosità stilato dalla Criminalpol.

Certo Matteo Messina Denaro è il più celebre, ma nella lista figura anche il bandito sardo Graziano Mesina, Graztianeddu, re delle evasioni (dieci riuscite su 22 tentate nel corso della sua lunghissima carriera criminale) e mediatore nel rapimento del piccolo Farouk Kassam. Un uomo dalle mille vite che, dopo la grazia nel 2004 sembrava aver fatto assopire l’istinto al banditismo che sin da giovanissimo lo aveva fatto finire sulle cronache e nelle aule di tribunale. Nello stesso anno invece un altro arresto, il sospetto che stesse ideando un altro rapimento, una condanna a trenta anni e poi di nuovo la fuga.

Gli altri ”top most wanted’, meno noti ma considerati non meno pericolosi,  sono Giovanni Motisi (mafioso), Renato Cinquegranella e Raffaele Imperiale (esponenti della camorra) e Attilio Cubeddu (responsabile di gravi delitti). Raffaele Imperiale, originario di Castellammare di Stabia (Napoli) è considerato un ‘signore del narcotraffico’, capace di intessere rapporti ‘commerciali’ di livello internazionale e rapporti di collaborazione con l’alta finanza mondiale per far giungere fiumi di droga dall’Olanda in ogni angolo del pianeta.

Renato Cinquegranella, latitante dal 2002, è stato condannato all’ergastolo perché, come esponente della Nco di Cutolo, avrebbe preso parte all’omicidio di Giacomo Frattini “Bambulella”. Per gli investigatori avrebbe anche partecipato all’omicidio del el capo della Mobile Antonio Ammaturo e del suo autista Pasquale Paola, il 15 luglio 1982, per mano delle Brigate Rosse che avrebbe ospitato nella sua abitazione di Castel Volturno.

Il dossier
Il dato è contenuto nel report redatto dalla direzione centrale della Polizia criminale ‘Latitanti di massima pericolosità e pericolosi: attività del Gruppo integrato interforze per la ricerca e l’arresto di latitanti nel periodo 2010 -2020’.    L’elenco dei latitanti pericolosi include, attualmente, 62 persone, di cui 18 affiliati alla ‘ndrangheta, 3 alla camorra, 4 alla criminalità pugliese, 2 a cosa nostra, 2 all’area dei sequestri di persona e 33 responsabili di “gravi delitti”.     Dal 2010 al 2020 sono stati assicurati alla giustizia 22 latitanti di massima pericolosità (di cui 17 arrestati in Italia) e 110 latitanti pericolosi (di cui 69 in Italia).

«L’organismo – si legge sul sito del Viminale in riferimento al Gruppo integrato interforze per la ricerca dei latitanti – rappresenta una best practice italiana con compiti di raccogliere, analizzare e sintetizzare le informazioni sul grado di pericolosità dei soggetti». È presieduto dal vice direttore generale della Pubblica Sicurezza e direttore centrale della Polizia Criminale, Vittorio Rizzi, e composto dai rappresentanti dei comandi generali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, della Direzione investigativa antimafia, della direzione centrale per i Servizi Antidroga e della direzione centrale Anticrimine della Polizia di Stato, oltre che dell’Aisi e dell’Aise, con il coordinamento del Servizio analisi criminale della Criminalpol. “Nel febbraio 2020, la composizione del Gruppo è stata ulteriormente ampliata includendo la partecipazione degli esperti del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia dislocati in oltre 60 paesi del mondo. Una dimensione internazionale ulteriormente rafforzata con l’avvio, nel luglio 2020, del progetto I-CAN “Interpol Cooperation against ‘ndrangheta”, per accrescere la cooperazione tra le Polizie degli 11 Paesi aderenti, oltre all’Italia, agevolare l’identificazione di capitali illeciti, la localizzazione e l’arresto dei latitanti.

mercoledì, 18 Agosto 2021 - 08:48
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