L’inutile denuncia di Vanessa: il suo ex fu arrestato e subito scarcerato. Poi l’ha ammazzata tenendola per i capelli

Vanessa Zappalà
di amministrazione

L’8 giugno scorso Antonino ‘Tony’ Sciuto era stato arrestato per stalking. Dopo la fine della storia con Vanessa la tormentava, tante volte era stato visto appostato sotto l’abitazione in cui la ragazza abitava con la famiglia. Era un’ossessione quella che il 38enne venditore di auto di Trecastagni, nel Catanese, covava nei confronti della sua bella ex 26enne; un’ossessione sfociata nell’efferato omicidio di domenica sera. Ma prima di questo drammatico finale a una storia malata, c’era stato l’arresto per persecuzioni nei confronti della ex. Sciuto non ha però scontato idomiciliari. Come ha ricostruito il colonnello Piercarmine Sica, comandante del Reparto operativo provinciale di Catania, nonostante l’arresto deciso insieme alla Procura catanese, il giudice per le indagini preliminari aveva ritenuto di ammorbidire la misura: non più domiciliari ma divieto di avvicinamento. Una decisione motivata ma che purtroppo ha fatto evidentemente sentire Sciuto libero di colpire la giovane Vanessa Zappalà.

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Questa ricostruzione giudiziaria, come sempre avviene in questi casi, ha scatenato da ieri una ridda di commenti e polemiche. Quelle social, prima di tutto, che lasciano però il tempo che trovano, e quelle politiche. Mara Carfagna, ministro per il Sud che all’epoca del governo Berlusconi volle la legge contro lo stalking, denuncia come «il pericolo di reiterazione del reato è, nei nostri codici, uno dei motivi che giustificano l’arresto anche in attesa di giudizio: sia applicato – aggiunge – ovunque una donna segnala un concreto rischio, ovunque ci siano precedenti che fanno temere per la sua incolumità». Ma le reazioni sono state tante. Simona Suriano, deputata del gruppo Misto, ha chiesto «misure più stringenti, pene certe e sorveglianza speciale per chi si macchia di reati contro le donne». Urania Papatheu, senatrice di Fi e componente della commissione parlamentare di inchiesta sul afferma: «E’ disgustoso vedere ancora morire donne nel silenzio, con la complicità delle istituzioni, siamo tutti colpevoli, i numeri ci indicano che il sistema Paese ha fallito».

Eugenio Saitta, capogruppo M5s in commissione Giustizia, ricorda che «tra le misure approvate con il codice rosso vi è anche la possibilità di ricorrere al braccialetto elettronico». Roberto Calderoli della Lega parla di donne «italiane uccise dai ‘nostri Talebani’, dai nostri fanatici assassini», aggiungendo che «chi mette in pericolo la vita di una donna deve andare in galera e restarci finché è pericoloso».

Sull’asfalto del Lungomare di Aci Trezza, intanto, restano le tracce del sangue di Vanessa. Negli occhi dei testimoni della serata di orrore, invece, indelebili le immagini dell’agguato mortale consumatosi alle 3 di notte, nel pieno della Movida; Sciuto, hanno poi riferito ai carabinieri, si è avvicinato a Vanessa mentre passeggiava con quattro amiche. La ragazza evidentemente era tranquilla, lui aveva una pistola e gliel’ha puntata contro all’altezza della testa. La giovane ha provato a scappare ma lui l’ha afferrata per i capelli e le ha sparato 7 colpi contro. Durante quei momenti concitati anche un’amica della ragazza è rimasta ferita di striscio.

Tutto il resto è cronaca. La fuga di Sciuto, la foto diffusa dalla Procura per favorirne la cattura, il finale quasi scontato: il 38enne si è impiccato in un casolare nel suo paesino, a pochi chilometri da Aci Trezza, lasciando poche frasi di scuse ai genitori.

martedì, 24 Agosto 2021 - 08:20
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