Estorsione, la Cassazione conferma l’assoluzione per i fratelli del boss Zagaria

Cassazione

Antonio e Carmine Zagaria, fratelli del boss del clan dei Casalesi Michele Zagaria, sono stati definitivamente assolti dall’accusa di estorsione con aggravante mafiosa. La sentenza di assoluzione è stata confermata infatti dalla Corte di Cassazione. I due erano in particolare stati coinvolti nelle indagini su una presunta estorsione ai danni dell’imprenditore Roberto Battaglia di Caiazzo (Caserta). 

La seconda sezione della Suprema Corte ha assolto dalla stessa accusa anche Filippo e Francesco Capaldo, nipoti di Michele Zagaria (sono i figli di Beatrice, sorella del boss), Ciro Benenati, Pasquale Fontana e Nicola Diana.

 La Cassazione ha dunque confermato quanto disposto dalla Corte di Appello di Napoli e ancora prima, nel 2014, dal gip del Tribunale di Napoli Alessandro Modestino, che in primo grado aveva già dimostrato di non credere alla ricostruzione dell’accusa, ovvero della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, secondo cui Battaglia, finito nella morsa dei debiti usurai, era stato poi costretto a cedere, in seguito alle minacce dei fratelli Zagaria, attrezzature e beni strumentali alla propria attività di imprenditore del settore lattiero-caseario per rientrare dall’esposizione, tanto da fermare l’attività e trasferirsi a Roma. 

Battaglia per un po’ ebbe anche la scorta, poi gli fu tolta. In un altro processo collegato a quello risoltosi in Cassazione, Ciro Benenati – oggi assolto – è stato condannato a quattro anni e mezzo di carcere per usura con l’aggravante di aver favorito il clan dei Casalesi. Con le sue denunce Battaglia ha dato vita ad altri processi a carico di estorsori del clan – tuttora in primo grado – tra cui Luigi Schiavone, cugino del capoclan Francesco “Sandokan” Schiavone, che fu arrestato in flagranza nel 2008 proprio su denuncia di Battaglia. 

mercoledì, 8 Settembre 2021 - 10:18
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