Elezioni, Guarino (Rinascimento P.): «Possiamo cambiare il destino di Napoli». Maresca: «Così curerò la città»

La conferenza stampa di presentazione di 'Noi con l'Italia - Rinascimento partenopeo'

«Oggi abbiamo un’occasione irripetibile, ci giochiamo una partita in un momento storico che non tornerà più. Se lasciamo la città nelle mani di chi ci ha governato negli ultimi trent’anni, il destino di questa città non cambierà mai. E invece oggi ci sono le condizioni per ribaltare le cose. Lo ripeto sempre: Maresca è un eroe. E solo uomini così possono cambiare il destino della città di Napoli che sembra compromesso. Ecco perché noi di Rinascimento partenopeo siamo al suo fianco». Con queste parole l’avvocato Riccardo Guarino, presidente di Rinascimento Partenopeo, ha marcato le regioni della discesa in campo dell’associazione da lui fondata tre anni fa («Siamo un movimento indentitario e territoriale») e della sua candidatura al Consiglio comunale come capolista in ‘Noi per l’Italia/Adc – Rinascimento partenopeo’, una lista che abbraccia tre realtà politiche accomunate dai valori e dalla volontà di dare a Napoli una nuova classe dirigente.

In primo piano l’avvocato Riccardo Guarino, presidente di Rinascimento Partenopeo

La lista è stata presentata questa mattina alla presenza del candidato sindaco Catello Maresca; dell’onorevole Maurizio Lupi, presidente del partito ‘Noi con l’Italia’; dell’onorevole Gianni Smimmero, responsabile del partito per la Campania; del senatore Francesco Pionati, coordinatore nazionale del partito Alleanza di Centro; di Massimo Famiglietti, altro capolista di ‘Noi per l’Italia”. «Rinascimento partenopeo è composto da professionisti, persone che hanno avuto la possibilità di andare via da Napoli. Ma abbiamo scelto di restare, perché amiamo la nostra terra – ha aggiunto Guarino – E adesso vogliamo fare rinascere Napoli, perché se rinasce Napoli riparte il Sud e dunque l’Italia. A Napoli manca la normalità, manca il lavoro. Su questi aspetti intendiamo dare un nostro forte contributo». 

«Rinascimento partenopeo – ha aggiunto l’avvocato Enrico Lucci, coordinatore del movimento – è fatto da 40enni e 50enni che sentono il dovere di raccogliere il grido di dolore di questa città. Noi pensiamo di potere dare un contributo e crediamo che questa città può cambiare, crediamo  he il nostro apporto vicino a Maresca sarà determinante».

Ha garantito massimo impegno e serietà il magistrato Catello Maresca: «Io non ho mai fatto promesse. Ho fatto per decenni un lavoro che ha richiesto impegno e concretezza. E posso dirvi che io non so come sarò come sindaco, però so cosa ci metterò per essere un buon sindaco. So con certezza e con convinzione quali saranno le caratteristiche di questa squadra di governo: impegno, dedizione, competenza, professionalità, cuore e recuperare l’interesse dei cittadini di Napoli e per Napoli. So che noi partiremo da persone serie. Napoli è un malato grave e dobbiamo rivolgerci al medico migliore». Apprezzamento è stato espresso anche per le energie profuse da Rinascimento partenopeo e Noi con l’Italia: «Questo è un progetto che avrà una strada più profonda e duratura del 3-4 ottobre perché è un progetto serio, che ha radici profonde nei valori che condividiamo». 

Sulla volontà di trasformare l’incontro tra Rinascimento partenopeo e Noi con l’Italia in un matrimonio duraturo sono intervenuti il senatore Francesco Pionati e l’onorevole Maurizio Lupi. «Abbiamo voluto unire esperienze diverse, mettere insieme persone di buona volontà, che abbiano prospettive e proporre una politica sana. Speriamo in un prossimo futuro di integrare in un progetto nazionale l’avvocato Guarino con Rinascimento partenopeo», ha detto Pionati. Gli ha fatto eco Lupi: «L’unione di queste diverse forze che oggi scendono in campo con questa lista civica non è l’unione di tanti pezzetti, ma è un segnale di novità. E’ il segnale della volontà di ripartire concretamente nelle città. Basta coi nomi famosi per dimostrare di prendere voti, c’è bisogno di professionisti, di chi vuole dare un contributo vero». Lupi ha poi ribadito sul reddito di cittadinanza: «Meglio dare questi soldi agli imprenditori e consentire loro di assumere, di formare realmente le persone». Infine sulla didattica a distanza: «L’hanno pagata i più deboli, rimanendo esclusi». 

venerdì, 10 Settembre 2021 - 18:37
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