Eitan, bimbo sopravvissuto alla strage del Mottarone rapito dal nonno materno. L’uomo è indagato per sequestro


Eitan, sei anni, è l’unico sopravvissuto della strage della Funivia del Mottarone. Ha perso la mamma, il papà – che col suo abbraccio lo ha salvato – e i nonni; il Tribunale per i Minori lo ha affidato alla zia paterna Aya Biran, tutrice legale che lo stava accompagnando insieme agli altri familiari che vivono a Pavia in un complesso percorso di riabilitazione motoria e soprattutto psicologica. Tra qualche giorno avrebbe dovuto iniziare la scuola, tutto era pronto per accoglierlo ma, suo malgrado, oggi il piccolo Eitan si ritrova di nuovo protagonista delle cronache. Il nonno materno Smhuel Peleg, che vive in Israele, lo ha rapito. E’ arrivato in Italia con la moglie, ha detto di volerlo portare a comprare dei giocattoli in un centro commerciale ed è sparito. Secondo quanto sinora ricostruito, col bambino ha raggiunto la Svizzera e da lì, con un volo privato, è tornato in Israele. 

Una vicenda drammatica di dissidi familiari e diverse opinioni sull’educazione del piccolo. Ma soprattutto un doloroso intreccio di famiglie che sin dall’inizio si sono contese il bambino. Eitan è cresciuto in Italia, dove i genitori si erano trasferiti e dove vive la zia paterna, medico. In Italia, secondo la decisione del Tribunale, doveva continuare a vivere, a frequentare la scuola e seguire il suo percorso di recupero. Ma per i nonni paterni il suo destino era in Israele, dove vogliono che cresca e frequenti una scuola ebraica. 

Oggi Smhuel Peleg è indagato a Pavia per sequestro di persona aggravato. L’ex militare che due giorni fa ha portato il piccolo di 6 anni in Israele dopo una visita concessa dalla famiglia paterna e dopo averlo prelevato nella casa della zia Aya Biran è stato iscritto nel registro degli indagati per sequestro di persona aggravato dal fatto che la vittima è un minorenne. Nell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Mario Venditti, si scava anche su presunte complicità di altre persone nel blitz che ha portato al presunto rapimento.

L’uomo sarebbe arrivato in Israele col bambino su un volo privato probabilmente partito da Lugano in Svizzera. Con lui in Italia c’era anche la moglie, partita un giorno prima con un volo di linea ma secondo gli inquirenti coinvolta nelle intenzioni del marito. 

«Dopo essere stato estromesso dagli atti e dalle udienze e preoccupato dalle condizioni di salute del nipotino, ha agito d’impulso – hanno detto i legali Sevesi, Carsaniga, Polizzi, che rappresentano Shmuel Peleg – Ci impegneremo – scrivono – perché vengano riconosciuti i diritti della famiglia materna, dopodiché confidiamo che Shmuel ritorni ad avere fiducia nelle istituzioni Italiane e ci impegneremo in tal senso». 

Intanto l’avvocato Cristina Pagni, uno dei legali di Aya Biran, zia paterna e tutrice legale di Eitan, è in tribunale «per attivare la Convenzione internazionale dell’Aja» che riguarda gli aspetti civili delle sottrazioni internazionali di minori.  

«Stiamo accertando l’accaduto per poi intervenire» ha dichiarato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio parlando a margine di una manifestazione elettorale M5s a Sulmona, in Abruzzo.

lunedì, 13 Settembre 2021 - 14:52
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