Elezioni: non solo ritardi, le liste di Catello Maresca escluse dal Tar Campania per incredibili pasticci nella documentazione

Catello Maresca

Quel pasticciaccio brutto di Parco Quadrifoglio. Riassumiamo così, citando un classico di Gadda, quello che è accaduto la mattina del 4 settembre presso gli uffici elettorali di Parco Quadrifoglio a Soccavo, e che si è compiuto ieri con la decisione del Tar di respingere i ricorsi presentati dalle compagini escluse dando conferma del provvedimento della commissione elettorale. Un pasticciaccio che getta comprensibilmente nel caos l’intera coalizione del centrodestra, azzoppa il percorso elettorale di Catello Maresca, ne appanna le velleità. Dopo la decisione del Tar Campania Maresca si ritrova con 4 civiche escluse su 11, con centinaia di candidati mancanti all’appello e un puzzle distrutto per le Municipalità. Peggio di così non si poteva fare e la colpa, a leggere la decisione dei giudici amministrativi cui comunque si appellerà Maresca ricorrendo al Consiglio di Stato, è imputabile solo a chi, nel determinante momento della presentazione delle liste, si è lasciato andare ad errori e sviste. Causati, forse, dall’estremo disordine e dai contrasti con cui si è arrivati alla data clou del 4 settembre, termine ultime per presentare le formazioni elettorali. Ricordiamo che la notte tra il 3 e 4 settembre, che qualcuno ha chiamato non a caso la “notte dei lunghi coltelli”, è stata quella dei disordini tra Marco Nonno e Pietro Diodato; ma a giudicare dagli errori sottolineati dal Tar Campania nella predisposizione delle liste, non è stato solo il momento concitato e difficile a determinare il pasticcio finale ma forse anche l’impreparazione. 

Ieri dunque l’organo di giustizia amministrativa ha respinto il ricorso ed escluso le liste “Catello Maresca” e “Catello Maresca Sindaco”, collegate all’aspirante primo cittadino; “Prima Napoli”, lista civetta della Lega e il Partito animalista. Secondo chi ha presentato le candidature, i problemi sarebbe stati determinati dai ritardi: un solo minuto dopo la scadenza perentoria delle 12, secondo “prima Napoli”, una manciata di minuti in più per le civiche di Maresca. Non è così. I giudici del Tar rilevano marchiani errori come la mancanza del contrassegno elettorale per la lista “Prima Napoli”; il contrassegno è, nella presentazione delle liste, essenziale perché consente alla Commissione elettorale di ricusare i contrassegni identici e confondibili. La mancanza del contrassegno, sottolineano gli stessi giudici, è causa di esclusione in base a una costante giurisprudenza del Consiglio di Stato.

E ancora: nelle liste civiche collegate a Maresca, presentate ben 14 minuti dopo lo scadere delle ore 12, i documenti erano incompleti, mancavano i delegati perché quegli stessi documenti sono stati presentati da generici collaboratori, e non è bastata la presentazione di documentazione integrativa perché «tra i 26 plichi consegnati alla sottocommissione – scrivono i giudici – non compare nessuna lista Catello Maresca». Peggio è andata con l’altra civica, composta da 21 candidati, esclusa per «mancata accettazione della candidatura alla carica di presidente (di Municipalità ndr), mancata consegna del bilancio preventivo elettorale, del contrassegno in triplice copia». 

Un racconto dell’orrore, se letto con lo sguardo del magistrato in aspettativa lanciatosi nella sua prima avventura elettorale ma che si ritrova con una coalizione praticamente disarmata: senza centinaia di candidati, alcuni dal valore elettorale pesante, senza candidati nelle Municipalità e con una credibilità personale ferita da una serie altrui di sviste, mancanze, pressapochismi. 

martedì, 14 Settembre 2021 - 08:32
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