Gragnano, cercarono di vendicare la morte del nipote del boss Carfora: 4 condanne

La procura di Napoli

Un morto e un ferito grave, e un raid di risposta. Sullo sfondo la contesa per la gestione dello spaccio di droga a Gragnano, comune in provincia di Napoli. Il 25 maggio del 2020 perdeva la vita il 17enne Nicholas Di Martino, nipote del boss Nicola Carfora detto ‘o fuoco, mentre Carlo Langellotti rimase ferito: i due vennero accoltellati. Poche ore dopo qualcuno attentò alla vita di Salvatore Pennino.

Nella tarda mattina di oggi il giudice per le indagini preliminari della terza sezione del Tribunale di Napoli ha condannato le quattro persone sul banco degli imputati, accusate – a seconda delle posizioni – del tentato omicidio, aggravato dalla matrice camorristica, ai danni di Pennino messo a segno per vendicare la morte di Nichiolas Di Martino.

I fratelli Antonio e Giovanni Carfora (difesi dall’avvocato Antonio Di Martino) sono stati condannati a 9 anni di reclusione ciascuno; 7 anni e 10 mesi di reclusione è la pena disposta sia per Giovanni Amendola che per Raffaele Iovine, difesi dagli avvocati Raffaele Chiummariello e Alfonso Piscino. I due imputati sono stati assolti dalle aggravanti dei motivi abbietti e futili e dall’aver commesso il fatto di notte; inoltre il giudice ha riconosciuto la diminuente del risarcimento del danno. Il processo si è definito con la modalità del rito abbreviato, formula che prevede lo sconto di un terzo della pena.

Le due persone accusate, invece, dell’omicidio di Nicholas Di Martino e del ferimento del cugino Carlo Langellotti hanno optato per il rito ordinario e sono sotto processo dinanzi ai giudici della seconda sezione della Corte d’Assise di Napoli. si tratta del 19enne Maurizio Apicella, figlio del ras Rossano, e del 21enne Ciro Di Lauro. Entrambi sono considerati giovani leve del clan Di Martino.

giovedì, 16 Settembre 2021 - 16:29
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