C’è una svolta inaspettata nella storia, drammatica, della morte del piccolo Samuele, il bimbo di 3 anni precipitato dal terzo piano dell’abitazione dell’abitazione in via Giovanni Piazzi, traversa di via Foria.
Su decreto di fermo spiccato dalla procura della Repubblica di Napoli, gli agenti della Squadra Mobile di Napoli – guidati dal dirigente Alfredo Fabbrocini – hanno condotto in carcere il 38enne Mariano Cannio, incensurato.
L’uomo lavorava come collaboratore domestico presso la famiglia di Samuele ed era considerata una persona di fiducia. Svolgeva analoghe mansioni presso altre persone della zona e non aveva mai dato problemi.
Secondo le conclusioni investigative, Cannio avrebbe spinto di sotto il bambino ma le ragioni del folle gesto non si conoscono ancora. Decisiva nella ricostruzione della vicenda è stata la fase dell’acquisizione delle dichiarazioni sia della mamma del bambino che di altre persone.
La donna, incinta all’ottavo mese di gravidanza, inizialmente non aveva fatto il nome di Cannio – che non era presente all’arrivo dei soccorsi – perché sotto choc. Poi quando è riuscita a mettere fuoco gli ultimi momenti di vita del piccolo, ha raccontato agli investigatori di non essere sola in casa al momento della tragedia.
Le indagini, dunque, si sono concentrate sul 38enne e gli investigatori hanno ‘rinvenuto’ l’elemento indiziario che ha spinto la procura ad emettere il decreto di fermo.
Potrebbe essere lo stesso Mariano Cannio a chiarire le ragioni del folle gesto che ha distrutto una famiglia e lasciato sgomento un intero quartiere. Da ieri tanti residenti stanno lasciando fiori, biglietti e lumini sotto casa della famiglia di Samuele. Tra i messaggi lasciati con i fiori una bigliettino recita: “Adesso giochi con gli angeli”. Il via vai di cittadini del quartiere che vogliono lasciare una loro testimonianza di affetto e vicinanza ai genitori, conosciuti nella zona, è incessante. Mamme che vengono qui con i loro figli a depositare un fiore o un messaggio per salutare a loro modo il piccolo. “Da mamma non riesco nemmeno a immaginare il dolore della mamma di questo angioletto – racconta Anna, giovane madre arrivata sul posto con la figlia di 8 anni – stamattina è stata proprio mia figlia a dirmi ‘Mamma andiamo a portare un fiore'”.
sabato, 18 Settembre 2021 - 13:40
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