Bimbo caduto dal balcone, le lacrime del vescovo ai funerali. La famiglia: «Nessuna vendetta, vogliamo soltanto la verità»


La morte di Samuele è una ferita nel cuore di Napoli e dell’Italia. Il piccolo precipitato dal balcone e per la cui morte è in carcere il 38enne Mariano Cannio, ieri ha ricevuto l’ultimo tributo terreno durante le esequie celebrate nella chiesa di Santa Maria degli Angeli alle Croci. Un rito celebrato dall’arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia che non ha trattenuto la commozione nel leggere una lettera rivolta al piccolo di 4 anni e ai suoi genitori straziati dal dolore: «Chi perde i genitori è orfano, chi il coniuge è vedovo ma non c’è parola per definire un genitore che perde un figlio ha detto dall’altare don Mimmo, con le lacrime che gli solcavano il viso. «Caro, dolce piccolo principe» si è rivolto più volte il presule al bimbo: carezze per chi non tornerà più e per chi dovrà fare i conti con una morte drammatica e senza senso per tutta la propria vita. Mamma Carmen, incinta di 8 mesi, e papà Giuseppe, in prima fila e annichiliti dalla tragedia hanno ascoltato le parole del vescovo affidando all’avvocato di famiglia Domenico De Rosa il compito di rispondere ai giornalisti che da giorni assediano la loro abitazione (vuota, sono ospitati nella sede di un’associazione): «La famiglia non cerca vendetta, né soluzioni catastrofiche nei confronti di Mariano Cannio – ha detto il legale –  la famiglia attende la verità per capire perché è successo».

«I genitori non hanno nessuna responsabilità, neppure di carattere morale, circa l’accaduto – ha aggiunto De Rosa – non hanno lasciato il figlio nelle mani di una persona che non sta bene, cosa che alla famiglia non risultava affatto». La famiglia chiede, ha precisato il legale, «che venga rispettato il loro dolore e anche il lavoro dei giornalisti, quello della Procura e quello dell’avvocato di Cannio».

Nessuna ombra ha mai appannato i rapporti tra Cannio e le famiglia di Samuele, ha aggiunto l’avvocato. Rapporti di estrema normalità, per usare le parole dello stesso legale, tra quell’uomo che da anni faceva lavori domestici nelle case della zona e non solo dei Gargiulo e «non aveva mai dato segni di squilibrio».

All’esterno della chiesa, centinaia di persone, molti con indosso la tshirt bianca con la scritta “Sei in angelo speciale” e in mano palloncini bianchi

   Monsignor Battaglia appena entrato in chiesa si è inginocchiato dinanzi al feretro. Poi ha salutato i genitori del piccolo. L’arcivescovo ha detto che ha deciso di celebrare i funerali quando l’altro giorno incontrando i genitori ha chiesto cosa potesse fare per loro. «Venga a pregare con noi», è stata la richiesta che è stata subito esaudita.

   Aiutaci «a venire fuori da questo dolore così grande, così sconosciuto che può fare paura» ha proseguito il presule durante l’omelia.  «Noi ora abbiamo bisogno di te, piccolo principe – ha aggiunto – e sono sicuro che da dove sei ora continuerai a guardarci, a sorriderci, a volerci bene». «Ora dovrai indicarcitu come ridere a questo mondo –  ha detto ancora – mentre noi stiamo ancora a cercare di dare risposte a tante domande, in questa vita che ci sembra troppo grigia e troppo buia senza di te».  Per il vescovo di Napoli ora bisogna avere la forza per «vivere questo dolore senza lasciarsi sopraffare da esso, per non smarrirci, per non perderci, per continuare a resistere, a stare in piedi, ed andare avanti sotto questa croce che ci sembra troppo pesante. E tu ci insegni, Samuele, che solo l’amore resta».

giovedì, 23 Settembre 2021 - 08:29
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