Tifoso investito e ucciso negli scontri Inter-Napoli, confermata in Appello la condanna all’ultrà azzurro: fu un incidente

Fabio Manduca
Fabio Manduca, l'ultrà napoletano arrestato per l'omicidio di Daniele Belardinelli

La morte di Daniele Belardinelli fu null’altro che un incidente. Un drammatico incidente, consumatosi nella concitazione di una serata da brividi. Prima del match Inter-Napoli del 26 dicembre 2018, in via Novara – a poca distanza dallo stadio San Siro – scoppiarono gli scontri tra ultras napoletani e interisti. Scontri a cui Belardinelli partecipò. Manduca, invece, era in macchina, viaggiava nella corsia opposta a quella già ‘invasa’ dai gruppi rivali e investì l’ultrà per poi fuggire via senza fermarsi a prestare soccorso.

Nella giornata di oggi i giudici della Corte d’Assise d’Appello di Milano hanno condannato l’imputato Fabio Manduca, napoletano, per il reato di omicidio stradale, confermando così quanto sentenziato nel novembre dello scorso anno dal giudice per le indagini preliminari Carlo Ottone De Marchi all’esito del giudizio abbreviato. Confermata, in toto, anche l’entità della pena che fu disposta nel precedente processo: 4 anni di reclusione. Rispetto al ‘vecchio’ verdetto, la Corte ha apportato una sola modifica: quella sul presunto “concorso doloso della vittima”. Concorso che per i giudici di secondo grado non c’è stato. La riforma del verdetto servirà “ai soli fini civilistici” per il procedimento di risarcimento danni. Il gup, infatti, aveva riconosciuto all’imputato l’attenuante del “concorso” del «fatto doloso della persona offesa».

Anche la procura generale, rappresentata dal sostituto pg Nicola Balice, aveva chiesto la conferma del precedente verdetto, smarcandosi così dalle conclusioni dei pm Rosaria Stagnaro e Michela Bordieri che avevano sostenuto l’accusa nel primo grado. I due pm avevano infatti sollecitato la condanna di Manduca a 16 anni per omicidio volontario col “dolo eventuale”, ossia con l’accettazione nella condotta del rischio del verificarsi dell’evento, e avevano proposto appello avverso la decisione del gip. Ma il ricorso non è stato coltivato dal pg Balice. Si attende adesso il deposito delle motivazioni della sentenza, ma appare evidente come la Corte abbia condiviso le conclusioni del giudice Ottone De Marchi. L’ultrà Fabio Manduca – fu la conclusione del primo grado – pur avendo messo in atto «una guida pericolosa» violando «fondamentali regole di cautela» e causando per «colpa» il «grave investimento nel quale ha perso la vita» Belardinelli, non aveva una «volontà dolosa» di uccidere.

mercoledì, 29 Settembre 2021 - 22:44
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