Elezioni, Scognamiglio: «Voglio per le mie figlie una Napoli da vivere. A Manfredi darò un dossier coi ‘guai’ da sistemare»

Francesca Scognamiglio
Francesca Scognamiglio

Per lei è un debutto nel mondo della politica. Francesca Scognamiglio, legata indissolubilmente a Napoli, è candidata al Consiglio comunale di Napoli con ‘Napoli Libera’, lista a sostegno del candidato sindaco Gaetano Manfredi. Una nuova sfida abbracciata con la passione e l’impegno che la contraddistinguono per amore delle figlie. Combattente nata, Francesca Scognamiglio ha raccontato Napoli come giornalista e dà corpo alle belle iniziative in città lavorando nel mondo della comunicazione. Adesso la discesa in campo per cercare di cambiare le storture dall’interno.

Per quale ragione ha scelto di candidarsi?
«Non ho scelto di candidarmi. Mi è stato proposto da Clelia Gorga (Fondazione Banco di Napoli per l’infanzia) e ho accettato, dopo qualche giorno di riflessione. La richiesta è arrivata tardi. Ho firmato la candidatura il 25 agosto. Mi sono guardata attorno e ho visto candidati e candidate che davvero potrebbero lavorare in sinergia e fare il bene di Napoli, e così ho deciso di giocare la partita. La spinta decisiva è venuta dalle mie figlie: voglio dar loro una Napoli in cui ameranno vivere e dalla quale non vorranno scappare. Il mio contributo lo sto già dando. Non sono un politico e sto usando questo tempo per comporre un dossier, che, come ho detto lunedì sera a Gaetano Manfredi, gli consegnerò dopo le elezioni. Sto fotografando le urgenze e strutturando ipotetiche soluzioni».

Dopo 10 anni di amministrazione de Magistris, che Napoli vede? Luci e ombre
«Luci non ne vedo. Vedo una Napoli disastrata. Non siamo stati capaci di prenderci cura delle periferie e il degrado sta raggiungendo inesorabile il centro della città. Basta guardare i parchi pubblici, sporchi, con accenni di giostrine mezze rotte. Villa comunale, Villa Floridiana, giardini di via Ruppolo (Vomero), tanto per fare tre esempi di centro città, abbandonati, senza manutenzione, senza cura e in Floridiana rischi pure di rimanere chiuso dentro (com’è successo a un’amica l’estate scorsa). Siamo una città di mare con accesso negato al mare. Il sistema idrico e fognario del sottosuolo è pericolosissimo e provoca allagamenti continui in città. Non c’è stata cura di niente, e, per quanto mi sforzi, non riesco a trovare nessuna giustifica. Siamo vittime di 40 anni di brutta e insana politica. Com’è possibile che i successori non abbiano invertito la rotta? Gli ultimi 10 anni sono stati il colpo di grazia! E, per quanto la burocrazia sia lenta, 10 anni, per me che mi occupo di marketing e comunicazione e devo strutturare rapidamente proposte, prendere decisioni e agire, sono un’infinità. Qua, abbiamo persino contato morti schiacciati sotto alberi caduti».

Tre priorità dalle quali partire subito per dare un nuovo volto a Napoli.
«I grandi temi su cui agire sono più di tre. Progetti concreti per recuperare i giovani dalla strada e osteggiare la dispersione scolastica. Recupero e rilancio del Centro Storico della città. Recupero e cura di parchi pubblici, bonifica del mare e creazione di lidi pubblici, bonifica di Bagnoli, nota dolente assai per qualunque giunta, con commissari avvinghiati alle poltrone, che non si capisce cosa abbiano fatto, oltre a guadagnare 50.000 euro/anno (leggevo ieri sul Corriere del Mezzogiorno l’intervista dell’ultimo commissario, in ordine di tempo, Floro Flores). Ne aggiungo una quarta: riapertura dei distretti ASL. Impensabile e incivile che i cittadini non abbiamo l’ASL di quartiere. I fondi ci sono. Ho già verificato! Sono riportati nella delibera 255/2019 e sono 9.600.000 euro. Ce n’è anche una quinta: le stazioni di metropolitana, funicolare e cumana non sono a misura di portatori di handicap. Sono nostri cittadini e dobbiamo portargli rispetto, anche evitando di mettere la nostra auto al posto della loro o di bloccare gli scivoli a bordo marciapiede. E una sesta, complicata, articolata, ma non per questo non risolvibile: spezzare il meccanismo perverso degli affitti passivi di capannoni e stabili in disuso e in deperimento».

Che Napoli vuole contribuire a costruire?
«Una Napoli pulita, rispettosa, accogliente, che offra al cittadino e al turismo la bellezza vera e reale, non quella che siamo abituati a sbattere sui social, di cui ci vantiamo senza averne alcun merito. Quello che arriva qua a Napoli è un turismo spontaneo. Non sappiamo guidare il turista e per risolvere questa mancanza si potrebbe iniziare con l’ideazione e la realizzazione di mappe della città da mettere in tutti i punti di arrivo (aeroporto, porto, stazione ferroviaria), negli alberghi e nei B&B, sotto vetrofanie nelle stazione della metropolitana. Mappe in cui vengano suggeriti percorsi suggestivi e coinvolgenti. Napoli credo sia l’unica città del mondo a poter offrire uno straordinario e meraviglioso food art street tour, per esempio».

Perché i napoletani dovrebbero scegliere Gaetano Manfredi come sindaco?
«Napoli ha bisogno urgente di essere riportata, con serietà e dedizione, sui tavoli del Governo centrale e dell’Europa. C’è bisogno di un dialogo costante tra istituzioni e Manfredi dialoga persino con la Regione Campania. Tutti sperano nel PNRR. Io no. Sul sito del Governo c’è lo stanziamento per il Mezzogiorno (circa 82 miliardi/euro), con la percentuale destinata a ognuna delle sei progettualità. Non sappiamo ancora quanta parte spetti alla Regione Campania ma non è difficile immaginare che questa parte non basterà. C’è bisogno di extra progettualità per risollevare Napoli e darle la dignità che meritano città e cittadini. Ecco perché Manfredi, che avrei votato anche se non mi fosse stata offerta la candidatura»

giovedì, 30 Settembre 2021 - 16:48
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