Lucano e gli attacchi ai magistrati, l’Anm (per ora) tace. Cirielli (Fd’I): «Intervenga il Csm contro accuse dei politici di sinistra»


Tacce, per ora, l’Associazione nazionale magistrati. Prendono posizione solo ‘Articolo 101’ e ‘Autonomia e Indipendenza’. Tanto che è il deputato e coordinatore della Direzione nazionale di Fratelli d’Italia Edmondo Cirielli a suonare la sveglia a chiedere un’azione «a tutela della procura e del tribunale di Locri» dagli attacchi di una fetta della politica di sinistra.

Il caso della condanna di Mimmo Lucano per la politica dell’accoglienza a Riace continua a tenere banco e adesso ‘agita’ anche il mondo stesso della magistratura. Da giorni i giudici del Tribunale di Locri che hanno firmato la pesante sentenza di condanna a 13 anni e 2 mesi sono destinatari di dichiarazioni dai toni forti. Tra le dichiarazioni che pesano di più vi è quella di Enrico Letta, segretario nazionale del Partito democratico, che ha in sostanza incolpato i giudici di far crescere la sfiducia nella magistratura per via di una sentenza – a suo dire – abnorme. Parole alle quali l’Associazione nazionale magistrati non ha ancora replicato. In compenso sono arrivate ‘singole’ prese di posizione.

«Ci uniamo a tutti coloro che hanno già espresso piena solidarietà ai Colleghi del Tribunale di Locri, fatti bersaglio di inusitati e ingiustificabili attacchi soltanto per avere esercitato le loro funzioni. La semplice lettura dell’imputazione e del dispositivo della sentenza, da cui emerge che Domenico Lucano è stato ritenuto responsabile di oltre 20 gravi reati, dimostra facilmente che nel provvedimento non c’é nulla di abnorme. Domenico Lucano, se non interverrà una sentenza definitiva di condanna, è da considerare innocente», si legge in una nota a firma di Giuliano Castiglia, Stefania Di Rienzo, Ida Moretti e Andrea Reale, esponenti della lista ‘Articolo 101’ nel direttivo dell’Anm.

«Tuttavia – aggiungono – non ci possono essere santuari inattingibili dal controllo di legalità penale. L’indipendenza della giurisdizione, bene fondamentale dello stato di diritto, passa anche attraverso l’impegno di tutti per il rispetto delle decisioni, siano esse di assoluzione o di condanna, e della discrezionalità del giudice nella determinazione della pena. Il diritto di critica, anche e soprattutto rispetto all’esercizio delle pubbliche funzioni, come quella giudiziaria, è sacrosanto, ma la critica non può prescindere dai fatti e dalla loro analisi. In questo caso, invece, sta accadendo proprio questo, in modo scomposto e sintomatico di totale refrattarietà verso l’indipendenza della giurisdizione. Sul punto – affermano ancora Castiglia, Di Rienzo, Moretti e Reale – non può che condividersi il comunicato del Gruppo di Coordinamento di Autonomia&Indipendenza. Occorre richiamare tutti all’impegno per la massima tutela dell’indipendenza della giurisdizione e far sentire a coloro che quotidianamente la esercitano la vicinanza e il sostegno dell’Associazione, specialmente ai magistrati che operano in difficili realtà o in situazioni ambientali di particolare complessità e, in particolare, in questo caso, ai Colleghi del Tribunale di Locri. Chiediamo in tal senso – concludono – un immediato e forte intervento dell’Anm».

Anche Autonomia & Indipendenza, il movimento fondato da Piercamillo Davigo ha voluto mettere i puntini sulle ‘i’: «Ad ogni sentenza seguono nell’immediatezza forti reazioni pubbliche. Se la sentenza è di assoluzione si attacca la magistratura inquirente, se di condanna si arriva a contestare l’entità del trattamento sanzionatorio», osservano i magistrati di A&I, ricordando di aver «già nei giorni scorsi avuto modo di rimarcare con forza la necessità di affermare, pur a fronte del diritto di critica legittimamente esercitabile, il rispetto dovuto all’adempimento della funzione giurisdizionale e la necessità che la stessa possa svolgersi in maniera libera e scevra da condizionamenti di qualsiasi genere», e rilevando «con riferimento alla sentenza sul caso Lucano, come non solo la stampa ma anche autorevoli esponenti del mondo politico manifestino ormai un sostanziale disprezzo di tale basilare principio giungendo a sostenere, in maniera scomposta e prima ancora di conoscere le motivazioni della pronuncia, che la magistratura, invece di assolvere alla propria funzione, la quale consiste nel doveroso vaglio delle responsabilità penali degli imputati, intenderebbe lanciare messaggi non meglio specificati, così implicitamente adombrandosi l’esercizio di una indebita attività di tipo latamente politico».

Ciò, sottolinea il Coordinamento di Autonomia&Indipendenza, «ovviamente non è mai stato, salvo che nella prospettiva di una parte del mondo politico, pronto, a turno e per mere finalità propagandistiche, ad aggredire qualunque pronuncia giurisdizionale non ritenuta consona ai propri interessi, screditando l’immagine della magistratura di fronte all’opinione pubblica».

Un intervento dell’Associazione nazionale magistrati dovrebbe arrivare a elezioni terminate. Nell’attesa, però, è un politico a ‘stuzzicare’ i magistrati. «L’esemplare condanna a tredici anni e due mesi di carcere dell’ex sindaco di Riace (Reggio Calabria) Mimmo Lucano, seppure in primo grado, conferma che il famoso “modello Riace”, osannato dagli ultrà dell’accoglienza indiscriminata, è illegale e che dietro il buonismo non ci sono altro che interessi economici e sfruttamento della disperazione – ha dichiarato il deputato e coordinatore della Direzione Nazionale di Fratelli d’Italia Edmondo Cirielli – A questo punto, è necessario che il Csm agisca a tutela della Procura e del Tribunale di Locri, fortemente impegnato contro la ‘Ndrangheta, che rischia di essere delegittimato da taluni magistrati, politici e pseudo intellettuali di sinistra, sempre pronti ad intervenire per difendere un loro “compagno che sbaglia”. E sappiamo bene – aggiunge Cirielli – cosa può accadere quando dei giudici vengono delegittimati mentre svolgono inchieste delicate e politicamente scomode per qualcuno, soprattutto quelli in prima linea impegnati contro le mafie. Ora gli esponenti del Pd che facevano la fila per farsi fotografare insieme a Lucano dovrebbero ammettere che le critiche di Fratelli d’Italia al cosiddetto modello Riace erano più che fondate. Ci aspettiamo un mea culpa da parte loro».

domenica, 3 Ottobre 2021 - 19:49
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