Lacrime amare del centrodestra: candidati sbagliati e fuga dalle urne condannano Salvini & Co. alla debacle elettorale

Giorgia Meloni e Matteo Salvini

Il centrodestra riesce nell’impresa di trasformare le elezioni 2021 in una debacle e di mettere alla berlina la mancanza di coesione della coalizione che oggi, a meno di 24 ore dal voto, si presenta all’opinione pubblica divisa dai risultati venuti fuori dalle urne soprattutto nelle grandi città.

I partiti di centrodestra non hanno azzeccato molte mosse in questa tornata elettorale, soprattutto appere evidente che abbiano puntato anche su candidati sbagliati o non sostenuti con convinzione. Un esempio su tutti è Catello Maresca a Napoli: l’ex pm della dda su cui tanti riponevano speranze, si è dimostrato più che un cavallo da corsa un ronzino, spesso e volentieri non per sua colpa. Lui ha fatto la sua parte con uscite improvvide all’inizio della campagna elettorale contro i suoi stessi partiti a sostegno e facendosi cucire addosso una comunicazione ‘modello Bestia’ che non ha ripagato in termini di immagine. Anzi. I partiti che dovevano sostenerlo si sono sgretolati dopo l’esclusione delle liste a suo sostegno causata da madornali errori nella presentazione delle liste.

Meglio non è accaduto a Milano, dove la coalizione Salvini-Meloni-Berluscono ha praticamente spianato la strada al secondo mandato di Beppe Sala, che diventa anche il primo sindaco del centrosinistra a vincere al primo turno a Milano; contro di lui il pediatra Luca Bernardo, che si ferma a 20 punti di distanza e che non ha mai convinto nemmeno l’elettorato di centrodestra.

Ovvio che con queste premesse a destra, il centrosinistra raccoglie un risultato che fa sorridere e 32 denti il segretario Dem Enrico Letta (lui stesso eletto al Senato nelle Suppletive di Siena): oltre al bis di Sala, a Napoli fa il pieno Manfredi, e a Bologna vola Matteo Lepore, e in queste due città si proponeva per la prima volta anche l’alleanza Pd-M5s.

Al centrodestra va la Regione Calabria con la vittoria di Occhiuto, Trieste e Torino vanno al ballottaggio mentre a Roma è testa a testa tra il candidato del centrodestra Enrico Michetti e l’ex ministro dem Roberto Gualtieri.

Un risultato amministrativo che spingerà tutti i partiti a fare conti e riflessioni a livello nazionale. A partire dal crollo dell’affluenza che si attesta al 54,69% segnando un record negativo: in pratica un elettore su due non si è recato alle urne con il risultato peggiore di sempre a Milano e Torino. E a pagare la fuga dalle urne sembra proprio il centrodestra, come ammette il leader della Lega Matteo Salvini, a spoglio appena cominciato: «La maggior parte non ha votato. E’ per me e tutti un’autocritica. Occorre essere più concreti sulla vita reale. Non possiamo perdere tempo su vicende private».

Qui Roma
 La corsa per il Campidoglio torna allo schema del bipolarismo: centrodestra contro centrosinistra. A sfidarsi al secondo turno saranno Enrico Michetti, l’avvocato con la passione per l’Antica Roma sostenuto da Fdi, Lega e FI, e Roberto Gualtieri, il professore portato dal Pd e dalle altre forze progressiste. Restano fuori la sindaca del M5s Virginia Raggi e il leader di Azione Carlo Calenda. Per conquistare la poltrona di Palazzo Senatorio, Gualtieri – anche nell’ottica delle convergenze nazionali tra Pd e Movimento – si rivolgerà a tutti coloro che hanno votato Raggi, ma anche ai sostenitori di Calenda, a cui però guarda anche Michetti. Comunque vada, la partita misurerà, dopo anni di scintille, la possibilità di calare l’asse giallorosso anche nella Capitale, sperando nel traino della giunta regionale che già annovera M5S.

Qui Milano
A Milano nelle elezioni comunali che segnano il record storico dell’affluenza più bassa con il 47% dei votanti alle urne il sindaco uscente Giuseppe Sala viene riconfermato al primo turno con un netto stacco dallo sfidante del centrodestra, il pediatra Luca Bernardo, che si ferma a 20 punti di distanza. E’ la prima volta che un sindaco di centrosinistra vince al primo turno nel capoluogo lombardo e quindi l’ex commissario unico di Expo parla di qualcosa di importante” di “un evento quasi storico” in una città che premia ancora il Pd che resta il primo partito con oltre il 33%, in crescita rispetto al 29% del 2016. E lo stesso Sala spiega di aver preso rispetto alle scorse comunali 40-50 mila voti in più, “quindi non si è astenuto chi crede non solo in me ma in questa idea di una città italiana ed europea che porta avanti un disegno molto preciso”, ha detto aggiungendo che dedica questa vittoria alla madre da poco scomparsa.

Qui Bologna
Il centrosinistra non trema a Bologna e Matteo Lepore diventa sindaco con una percentuale travolgente, superiore al 62%, frutto anche di una vasta alleanza che tiene insieme i centristi, la sinistra e il Movimento 5 Stelle. Una vittoria netta ma con una grande ombra: per la prima volta dal dopoguerra il sindaco di Bologna è stato votato poco più che da un elettore su due. L’affluenza si è infatti fermata al 51%, sotto alla già bassa media nazionale e condizionata dal fatto che si è votato in due giorni festivi per la coincidenza con il santo patrono.

Qui Torino
Torino archivia l’amministrazione pentastellata erimanda al ballottaggio la scelta del successore di Chiara Appendino, con il centrosinistra che spera di riconquistare il suo villaggio di Asterix. Il ‘primo tempo’ termina con il candidato demStefano Lo Russo in vantaggio sul civico Paolo Damilano, secondo alcuni il favorito della vigilia, che tiene grazie all’exploit della sua lista, Torino Bellissima, a metà scrutinio un numero di preferenze addirittura superiori a quelle di Lega e Fratelli d’Italia. Crolla il Movimento 5 Stelle, con la candidata Valentina Sganga sotto il 10%, il ‘primo partito’ è quello dell’astensione: l’affluenza si è fermata al 48,06%, la più bassa di sempre.

Qui Trieste
 A Trieste, se i numeri saranno confermati, sarà ballottaggio tra il candidato del centrodestra Roberto Dipiazza e il candidato del centrosinistra Francesco Russo. Con un vantaggio di oltre dieci punti, “sarò difficile da raggiungere”, ha commentato il sindaco uscente, parlando di “un bellissimo risultato”. Un dato vero, ma se dall’altro lato si formasse una coalizione di più realtà, la partita potrebbe essere ancora aperta. ‘Adesso Trieste’ si riunirà per decidere e occorrerà vedere le scelte del M5S e così dei vari cespugli. Russo, comunque, è sembrato soddisfatto.

martedì, 5 Ottobre 2021 - 08:32
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