Sospette assunzioni pilotate in Università. Questa l’ipotesi su cui lavora la Procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta che ha coinvolto 33 indagati, 24 dei quali docenti delle università del capoluogo lombardo, Pavia, Torino, Roma e Palermo; tra loro anche Massimo Galli, l’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano diventato noto al grande pubblico per il suo impegno durante l’emergenza Covid e grazie alle sue molteplici presenze in tv.
L’inchiesta riguarda presunte irregolarità nella gestione delle iscrizioni a numero chiuso delle facoltà di medicina e l’ assunzione di docenti e anche di assistenti e dirigenti ospedalieri. Da ieri mattina sono iniziate perquisizioni e acquisizioni di documenti da parte dei carabinieri del Nas di Milano. Tra le accuse ipotizzate, associazione per delinquere, corruzione e abuso di ufficio.
Massimo Galli in qualità di professore all’Università degli Studi di Milano, “dipartimento di scienze biomediche e cliniche” al Sacco, e di direttore del reparto di malattie infettive, avrebbe «turbato» con «promesse e collusioni», in concorso col dg della Asst Fatebenefratelli-Sacco Alessandro Visconti e la collega Manuela Nebuloni, la procedura per assumere a tempo determinato «4 dirigenti biologi» per favorire in particolare «due candidate». Assunzioni che erano, invece, “fortemente” osteggiate da Maria Rita Gismondo, anche lei nota virologa del Sacco. E’ uno degli episodi contestati, come si legge nel decreto dei pm.
Lo schema di condizionamento messo in piedi, secondo gli inquirenti, prevedeva punteggi auto attribuiti dal candidato favorito e criteri di valutazione cuciti su misura sul candidato che era stato scelto. Un insieme di contestazioni venute fuori dalle intercettazioni finite nel fascicolo della Procura meneghina; tredici le procedure finite sotto la lente degli inquirenti. I pm Luigi Furno e Carlo Scalas, titolari dell’inchiesta assieme all’aggiunto Maurizio Romanelli, hanno convocato alcuni testimoni: Massimo Puoti, direttore del reparto Malattie infettive del Niguarda e ritenuto danneggiato, e Maria Rita Gismondo, anche lei nota virologa del Sacco, sull’assunzione a tempo determinato di 4 dirigenti biologici da assegnare all”Unità Operativa Complessa Malattie infettive 3′ quella universitaria guidata da Galli.
Massimo Puoti in particolare è il candidato al concorso per il quale sono indagati anche Agostino Riva, candidato vincente, la segretaria di Galli e due componenti della commissione giudicatrice, Claudio Maria Mastroianni della Sapienza di Roma e Claudia Colomba dell’Università di Palermo. Secondo le accuse degli inquirenti, Mastroianni con Colomba e Galli avrebbe attestato che il «prospetto contenente i punteggi attribuiti fosse il risultato del lavoro collegiale della commissione e che fosse stato predisposto nel corso della riunione telematica» del 14 febbraio 2020. Invece, è sempre l’ipotesi scaturita da accertamenti, il documento «veniva concordato solo successivamente da Riva e Galli».
Maria Rita Gismondo, altra persona sentita come persona informata, è la responsabile del reparto di microbiologia clinica, virologia e diagnostica bioemergenze che nell’aprile del 2020 – piena pandemia – si impuntò minacciando denuncia ritenendo che, visto il carico di lavoro dovuto alla mole di referti, almeno due di quei 4 dirigenti al centro del concorso per cui Galli risponde di turbata libertà degli incanti, dovessero essere destinati alla struttura che dirige. Dopo di che si sarebbe disinteressata della questione, convinta che tutto si sarebbe svolto in modo corretto. In quei giorni in piena pandemia i turni erano massacranti, e come accadde, alla fine arrivarono due biologi di rinforzo.
L’avvocato di Massimo Galli Ilaria Li Vigni, si è limitata ad affermare: «Per ora è prematuro dire qualcosa in quanto conosciamo solo le contestazioni sommarie contenute nell’informazione di garanzia e non le fonti di prova sui cui si basano i capi di imputazione».
giovedì, 7 Ottobre 2021 - 10:51
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