Esami ‘facili’ alla Link University, chiesta la condanna di 7 poliziotti. Proposto il processo per altri 62 imputati


Al giro di boa processuale l’inchiesta sui presunti esami facili all’ateneo privato Link Campus University di Roma si spacca: sette poliziotti imputati hanno scelto e ottenuto di essere processati con la modalità del rito abbreviato, formula che prevede lo sconto di un terzo della pena, mentre altri 62 imputati – tra i quali l’ex ministro Vincenzo Scotti – hanno deciso di proseguire per la strada ordinaria.

Per quest’ultimo gruppo, il pubblico ministero Christine Von Borries ha proposto il rinvio a giudizio: fanno parte di questa schiera vertici amministrativi dell’ente, docenti, ricercatori, numerosi studenti tra cui molti poliziotti, il segretario generale del sindacato di polizia Siulp Felice Romano, nonché l’ex ministro Scotti che all’epoca dei fatti contestati era presidente della Link. Proprio Scotti, nell’udienza di ieri, ha reso dichiarazioni spontanee al giudice dell’udienza preliminare. Le accuse contestate a vario titolo agli imputati sono quelle di falsità materiale e ideologica e di associazione a delinquere.

Le presunte irregolarità riguarderebbero il corso di laurea triennale in Scienze della politica e delle relazioni internazionali e quello magistrale in Studi strategici e scienze diplomatiche, in relazione agli anni accademici 2016-2017 e 2017-2018. Secondo il pm Christine von Borries le modalità di effettuazione degli esami non sarebbero state corrette per vari aspetti. Contestata tra l’altro la mancata frequenza alle lezioni e il fatto che agli studenti sarebbe stato permesso di copiare durante le prove d’esame.

Chiesta, invece, la condanna per i sette poliziotti accusati di falso: la procura – come riportato dall’Ansa – ha sollecitato pene che vanno dai 2 anni e 4 mesi ai 4 anni di reclusione. 

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venerdì, 15 Ottobre 2021 - 16:31
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