Milano, Greco va in pensione lasciando una procura in macerie: era l’ultimo pm di Mani Pulite in servizio

Il magistrato Francesco Greco
Il magistrato Francesco Greco

Sabato sarà il suo ultimo giorno con la toga indosso. Il suo ultimo giorno da magistrato e da capo della procura di Milano. Francesco Greco va in pensione, lasciando la procura meneghina nella bufera.

Ieri si è svolta la cerimonia di congedo del procuratore, tra i protagonisti di Mani Pulite e di quella stagione che con tangentopoli aveva spazzato via la prima repubblica in nome della lotta alla corruzione, quando ancora la magistratura era considerata dai più ‘scudo della legalità’. L’aula magna del Palazzo di Giustizia di Milano è stato il teatro dell’addio di Greco, accompagnato dal suono di ‘You’ll never walk alone’ in una versione più soft rispetto all’inno dei tifosi del Liverpool. Su maxi-schermi sono state proiettate le foto più significative della sua carriera, ad assistere c’erano la metà dei suoi sostituti, i vertici degli uffici giudiziari milanesi, delle forze dell’ordine e dell’avvocatura, giudici e amici. Ma anche ex colleghi come Gherardo Colombo e Antonio Di Pietro.

Passato alla ribalta delle cronache per essere uno dei massimi esperti di criminalità economica e finanziaria Greco, napoletano di origine, magistrato dal ’77, due anni dopo ha cominciato a lavorare nel capoluogo lombardo. E qui ha costruito tutta la sua carriera legando il suo nome a inchieste di peso, come quella sui fondi neri di Eni-Montedison, Fininvest; le indagini Enipower ed Enelpower; quelle per aggiotaggio nel crac Parmalat – si concluse con la condanna di Calisto Tanzi e l’assoluzione delle banche – e sulla tentata scalata ad Antonveneta da parte di Bpi.

Durante la guida della procura – ruolo assegnatogli dal Csm nel 2016 – ha privilegiato le indagini sulle grandi evasioni fiscali, dai casi Apple ad Amazon fino a Google e da ultima Netflix, e sulla corruzione internazionale (ha costituito un dipartimento ad hoc sollevando, pero’, non pochi malumori tra i pm) con particolare attenzione alle vicende di Eni. Vicende che negli ultimi mesi hanno provocato una spaccatura nell’ufficio giudiziario, sfociando persino una inchiesta coordinata dalla procura di Brescia. Com’è noto, il pm Paolo Storari ha lamentato una strana lassività del procuratore Greco nel vagliare le accuse, lanciate contro altri magistrati, da parte dell’ex avvocato dell’Eni Pietro Amara, ragione per la quale si rivolse all’allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo consegnandogli i verbali di Amara ancora segretati. Da questo passaggio è successo di tutto.

Greco, a sua volta, si è ritrovato indagato – come atto dovuto – dalla procura di Brescia, e pure il Csm ha dovuto aprire un procedimento disciplinare che però adesso verrà chiuso senza colpo ferire dal momento che tra pochi giorni il magistrato andrà in pensione. Greco, dunque, lascia una procura in macerie. Le stesse macerie che aveva trovato il giorno del suo insediamento: quando il Csm lo scelse come procuratore, la procura di Milano era devastata dalla guerra tra Bruti Liberti e l’allora aggiunto Alfredo Robledo. Greco non è riuscito nel pacificare l’ufficio, anzi oggi questo sembra uscirne ancora più spaccato. Ecco perché per il dopo Greco, il Csm potrebbe immaginare un ‘papa straniero’.

giovedì, 11 Novembre 2021 - 09:09
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