«La signora è entrata in un tunnel buio da quasi tre mesi. Ora si spera che arrivi la luce dagli elementi raccolti dalla Procura, non solo in termini oggettivi ma anche nella dimensione interiore».
L’avvocato Tommaso Ciro Civitella è il legale della 40enne Adalgisa Gamba che ha gettato in mare, lasciandolo annegare, il figlio di due anni e mezzo. Lei, adesso in stato di fermo con l’accusa di omicidio volontario, si è presentata agli inquirenti in stato confusionale. E solo in un momento di lucidità ha realizzato di avere tolto la vita al suo bambino. Una timida presa di coscienza. La donna non è stata infatti in grado di chiarire la dinamica esatta di quanto ha fatto. Forse i giorni che verranno le consentiranno di mettere a fuoco quei terribili minuti di ieri sera, 2 dicembre.
Nelle prossime ore verrà fissata l’udienza di convalida del fermo dinanzi al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torre Annunziata. In quella sede l’avvocato potrebbe avanzare una richiesta di misura alternativa alla luce del quadro psichico della donna. Un quadro ritenuto grave dal legale già da diversi mesi, quando la donna si è auto convinta che il bimbo potesse essere autistico. A sostenere le sue convinzioni ricerche fatte in Internet che avevano restituito una diagnosi fai da te non sorretta da pareri medici. La donna è così sprofondata in un vortice di emozioni buie dal quale non è riuscita a risalire. Né le è stato offerto un aiuto psicologico in grado di darle sollievo.
Stava male, la 40enne. E in famiglia sapevano delle sue condizioni critiche. Ecco perché quando ieri sera è uscita di casa con il bambino, sono state immediatamente avvertite le forze dell’ordine allo scopo di avviare pronte ricerche. Ma l’epilogo è stato drammatico. Ora la donna dovrà attendere dal carcere femminile di Pozzuoli l’incontro con il giudice, al quale – se le condizioni psichiche lo consentiranno – potrà raccontare cosa è accaduto in zona la Scala, a ridosso dell’area portuale.
lunedì, 3 Gennaio 2022 - 21:08
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