Azienda chiede “foto in costume” alle candidate per un posto da receptionist. Il ministro Orlando invia gli ispettori

Andrea Orlando
Il vice segretario nazionale del Pd Andrea Orlando

Quando si sono resi conto del caos sollevatosi, hanno cercato di rimuovere o modificare l’annuncio di lavoro che aveva fatto scandalo. Ma il tentativo di correre ai ripari e cancellare quelle poche righe che hanno provocato l’indignazione popolare non è bastato. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha deciso di interessarsi al caso, inviando i propri ispettori negli uffici dell’azienda incriminata.

Tutta colpa, dicevamo, di un annuncio di lavoro per receptionist nel quale – tra i prerequisiti – si faceva richiesta alla candidata, rigorosamente donna, di inviare una foto in costume. «Si richiederà l’invio di una foto a figura intera in costume da bagno o similare», è il passaggio dell’inserzione di ricerca di dipendente, donna e che abbia massimo 30 anni, per fare accoglienza otto ore al giorno nella sede della Medial Service al Centro direzionale.

Ad aggravare la situazione anche le condizioni economiche offerte: si lavora dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 17 un giorno si e uno no, per 500 euro al mese. Una frittata, insomma. «Resta il problema del sessismo, sono tante le norme che aiutano le donne nella ricerca di occupazione, lavoriamo sulle dimissioni in bianco, sulla donna incinta costretta al licenziamento. Ci sono annunci assurdi e anche tanti temi seri su cui lavorare, soprattutto in una città come Napoli che ha occupazione molto bassa delle donne. Questi annunci non aiutano. Lavoriamo sempre su parità femminile e parità salariale», ha commentato con l’Ansa l’assessore al Lavoro del Comune di Napoli Chiara Marciani.

L’aggiornamento / Multata l’azienda che chiedeva una foto in costume della candidata alla reception: l’Ispettorato del Lavoro non fa sconti

Il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli ha annunciato di avere inviato «un esposto contro la ditta». «Perché una candidata per un impiego come receptionist dovrebbe inviare della foto in costume da bagno? Cosa si nasconde dietro questa richiesta offensiva e sessista? E’ bene vederci chiaro quando ci troviamo davanti vicende di questo tipo. Queste richieste sono inaccettabili e il fatto che l’azienda non sia reperibile telefonicamente ci fa sorgere diversi sospetti», ha osservato Borrelli.

Ha stigmatizzato l’accaduto anche il consigliere regionale della Lega Severino Nappi: «No assoluto a ogni forma di mercificazione del corpo femminile in alcun ambito, e in particolare in quello lavorativo. E’ grave il tenore dell’offerta dell’azienda. Chiunque ha il diritto di essere valutato per le proprie capacità, per le proprie esperienze e per la propria voglia di dare il massimo, non certo per il proprio aspetto fisico».

—- SEGUI AGGIORNAMENTI: Multata l’azienda, l’Ispettorato del Lavoro non fa sconti

giovedì, 27 Gennaio 2022 - 12:51
© RIPRODUZIONE RISERVATA