Falsi invalidi, 7 indagati a Varese: c’è chi pagava fino a 8mila euro per ottenere la pratica fittizia


C’è chi è arrivato a pagare una mazzetta da 8mila euro pur di riuscire a conseguire una pensione di invalidità non dovuta. Questa mattina a Varese la Guardia di Finanza ha eseguito un avviso di conclusione delle indagini preliminari che ha riguardato 7 persone, tra le quali due medici dell’Asl di Varese. Le accuse contestate a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione e truffa ai danni dello Stato finalizzata ad assicurare benefici economici, fiscali e previdenziali derivanti dal falso riconoscimento di un’invalidità civile o di un handicap.

Le indagini, condotte dalla Guarda di Finanza, sono partite nel 2019. E hanno consentito di risalire a un’organizzazione ben strutturata. Ciascuno, nell’organizzazione, aveva un suo ruolo: c’era chi si occupava di presentare la domanda di invalidità, chi la collega agli specialisti compiacenti e chi accompagnava il finito disabile alle Commissioni valutatrici.

I certificati, redatti senza mai visitare il paziente e confluiti nella cartella personale dell’istante, venivano esibiti alla commissione valutatrice Asl e, in caso di revisione, a quella dell’Inps, andando di fatto a condizionare, inevitabilmente, il giudizio espresso. Il gruppo criminale operava non solo in provincia di Varese o in generale in Lombardia, ma aveva interessi e ramificazioni estese sino al sud Italia. Delle indagini, è emerso che veniva consentito accedere alla falsa richiesta di pensione di invalidità anche a persone che risiedevano fuori Regione: in questi casi gli aspiranti falsi invalidi venivano fatti trasferire temporaneamente in zona presso il domicilio di altri precedenti clienti compiacenti. I beneficiari delle pensioni di invalidità sono stati 39.

L’accesso alla pensione di invalidità non dovuta aveva ovviamente un costo: l’importo delle tangenti elargite e suddivise tra tutti i componenti dell’associazione ammonta a circa 400 mila euro, mentre i benefici economici per i 39 clienti, nel solo periodo di indagine, a circa 600 mila euro, senza calcolare quelli fiscali e previdenziali ancora in fase di quantificazione. A 13 beneficiari sottoposti, successivamente, a visita di revisione straordinaria da parte di Inps e’ stata revocata la percentuale d’invalidità inizialmente riconosciuta, mentre per gli altri 19 e’ stata sensibilmente diminuita.

lunedì, 21 Febbraio 2022 - 12:15
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