Sabaudia, corruzione e appalti: 16 misure. Il gip: «Sindaco a capo del sistema, cercò di depistare le indagini»


La lunga giornata di Sabaudia, piccola perla tra mare e lago in provincia di Latina, comincia con uno scossone giudiziario che travolge il Comune e si conclude con le dimissioni del sindaco Giada Gervasi travolta dallo scandalo.

Sullo sfondo si agita una storia, ipotizzata dalla procura di Latina, di favoritismi e di rete clientelare che ruota attorno ad appalti milionari e alle concessioni demaniali. Sedici le misure di custodia cautelare emesse dal gip Giorgia Castriota notificate dai carabinieri: a dodici indagati è stata applicata la misura degli arresti domiciliari, ai restanti quattro è stata applicata la misura cautelare del divieto o dell’obbligo di dimora, con l’interdizione temporanea dai pubblici uffici, dai servizi e il divieto di esercitare la professione per 12 mesi.

Tra i destinatari anche il primo cittadino Giada Gervasi, sottoposta agli arresti domiciliari e accusata dal gip del Tribunale di Latina di essere un’«abile dissimulatrice dei fatti e spregiudicata nel portare a termine i reati per fini politici». Gervasi fu eletta nel 2017 con il 77,75% delle preferenze: si candidò sostenuta da 3 liste civiche.

Il sindaco di Sabaudia Giada Gervasi

L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e dai sostituti Antonio Sgarrella e Valentina Giammaria, ha preso il via nel novembre 2019 a seguito dell’incendio alla centrale termica dell’Ente Parco Nazionale del Circeo e alle minacce al Comandante della Stazione Carabinieri Forestali “Parco di Sabaudia”.

Grazie alle intercettazioni, gli investigatori sono riusciti a ricostruire 11 episodi di turbativa d’asta, la formazione di innumerevoli atti falsi, nonché condotte corruttive che sarebbero state poste in essere dal sindaco e da amministratori. Tra gli episodi di corruzione finiti all’attenzione della procura c’è la richiesta di una maglia autografata, con dedica, del calciatore della Juventus Paolo Dybala. Ad avanzare la richiesta sarebbe stato Angelo Mazzeo, l’appuntato, in servizio presso la stazione Carabinieri Forestali Parco, che si sarebbe occupato di far potare all’imprenditore Stefano Malinconico gli alberi nella villa di Attilio Guglielmi senza alcuna autorizzazione rilasciata dal Parco Nazionale del Circeo, ricevendo in cambio da Guglielmi l’affidamento permanente dei lavori manutentivi alla ditta ‘Paesaggio Urbano’ (riconducibile allo stesso Malinconico, amico di Mazzeo) oltre alla promessa di consegnargli una maglietta dell’attaccante bianconero con tanto di autografo per la figlia.

Sul punto il gip evidenzia: «Quella che potrebbe apparire come una richiesta di scarso rilievo deve essere valutata in considerazione del consolidato orientamento di Cassazione, secondo cui a rilevare, nell’ipotesi di corruzione, non è tanto il valore oggettivo ed economico dell’utilità, quanto il valore soggettivo che la stessa ha per il corrotto. Pertanto, è indubbio che per Mazzeo riuscire ad ottenere la maglietta dell’idolo sportivo di sua figlia come regalo per il suo compleanno di 18 anni rappresenti un’utilità il cui valore morale supera finanche il valore economico dell’importo dei lavori offerti».

In modo particolare la rete clientelare avrebbe abbracciato le attività balneari presenti sul lido le quali – a dire della procura – avrebbero goduto, nel tempo, di favoritismi e privilegi: alcuni dipendenti pubblici sarebbero, in concreto, i titolari di alcuni strutture balneari e chioschi. A capo del sistema, è l’accusa della procura, ci sarebbe stato proprio il sindaco di Sabaudia che, addirittura, avrebbe cercato di «accreditarsi quale ‘confidente’ dei carabinieri di Sabaudia al fine di depistare eventuali indagini o responsabilità a suo carico ed indirizzarle falsamente nei confronti di alcuni capi settori e di un assessore tanto da dichiarare falsamente di aver chiesto a quest’ultimo le dimissioni».

Per il gip le «false confidenze effettuate dalla Gervasi sono state smentite dalle intercettazioni telefoniche, nel corso delle quali è emerso che all’assessore ai lavori pubblici non vennero chieste le dimissioni bensì fu una sua scelta – si legge -. Il comportamento della Gervasi appariva funzionale a precostituirsi un alibi qualora vi fossero state indagini nonché un probabile tentativo di depistaggio». Al sindaco è attribuito anche un altro episodio di spregiudicata manipolazione: nell’ordinanza di custodia cautelare di oltre 500 pagine il giudice scrive che fu proprio il sindaco di Sabaudia a«richiedere al prefetto di Latina la convocazione del comitato provinciale per l’ordine la sicurezza pubblica all’indomani dell’attentato nella sede del Parco Nazionale del Circeo, salvo poi approfittare di tale situazione per influenzare i controlli nei confronti dei titolari delle attività balneari riconducibili ai propri avversari politici».

Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti anche la Coppa del Mondo di canottaggio, che si sarebbe dovuta svolgere a Sabaudia nel 2020: l’organizzazione si sarebbe mossa per fare ottenere a ditte compiacenti la realizzazione del campo di gara e l’affidamento del servizio di manutenzione degli impianti di illuminazione pubblica, per un giro di affari di circa 1 milioni di euro. Tuttavia il ‘piano’ sarebbe stato così maldestro che in qualche intercettazione c’è chi ringraziò l’arrivo del Coronavirus perché l’epidemia, portando con sé i provvedimenti di lockdown, coprì il fallimento del ‘piano’ dovuto invece ad incapacità gestionale.
Alla fine della lunga giornata il sindaco ha presentato le dimissioni. «Con profondo rammarico – ha fatto sapere – dichiaro la mia volontà irrevocabile di dimettermi dalla carica di sindaco con effetto immediato. Le dimissioni sono determinate dalle recenti vicende giudiziarie che mi hanno coinvolta e mi portano necessariamente ad un distacco dal mio ruolo al fine di fare chiarezza e garantire il corretto funzionamento dell’Ente. Ho sempre agito – ha aggiunto Gervasi – nell’interesse del Comune. Affronterò le accuse e mi difenderò con assoluta certezza di riuscire a chiarire la vicenda. Ho assoluta fiducia nella magistratura». Con questa mossa l’ormai ex sindaco conta anche di potere ottenere un’attenuazione della misura cautelare: lasciando l’incarico di sindaco, non vi sarebbero più i presupposti per la reiterazione del reato che giustifica il provvedimento restrittivo.

lunedì, 21 Febbraio 2022 - 22:35
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