Nuovo capo del Dap, Cartabia sceglie Renoldi ma Lega e grillini protestano. Penitenziaria delusa

Cella Carcere

Il successore di Bernardo Petralia alla guida del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria potrebbe essere Carlo Renoldi. Questa almeno è la speranza del ministro della Giustizia Marta Cartabia che ha indicato il consigliere di Cassazione per il delicato incarico. Petralia è andato in pensione anticipatamente e questo spinge adesso il Guardasigilli a trovare un nuovo nome. Un nome che Cartabia ha quindi chiesto al Csm il fuori ruolo per il magistrato. Dopo il via libera da Palazzo dei Marescialli la nomina dovrà passare dal consiglio dei ministri.

Il primo plenum del Csm utile per valutare la posizione di Renoldi si terrà il 9 marzo: in questa settimana, che è la cosiddetta “bianca”, non è prevista alcuna seduta dell’assemblea. Più che il merito della scelta del ministro , l’esame del Csm riguarderà soprattutto il rispetto di alcuni parametri: innanzitutto che il magistrato scelto non superi con il nuovo incarico il tetto di 10 anni per il fuori ruolo delle toghe fissato dalla legge Severino; e poi che il suo ufficio di provenienza, in questo caso la Corte di Cassazione, non sia in una situazione critica di scopertura.

Renoldi è giudice alla prima sezione penale della Cassazione, tra i suoi punti di riferimento c’è Alessandro Margara, compianto padre della legge Gozzini. Ha alle spalle una lunga esperienza come magistrato di sorveglianza, è stato componente della commissione Giostra per la riforma dell’ordinamento penitenziario e ha partecipato agli Stati generali dell’esecuzione penale.

Il nome di Renoldi ha però sollevato critiche da parte del Movimento Cinque Stelle, della Lega e di una sigla sindacale della Penitenziaria.

«Scegliere un magistrato che accusa i sindacati di travalicare il proprio ruolo alla guida del Dap, equivale a prendere le distanze da chi tutela i diritti costituzionali dei lavoratori. La pensa così anche la Ministra Cartabia?», ha scritto su Twitter il sindacato di Polizia Penitenziaria Uspp.

Anche la Lega argomenta le sue perplessità alla luce delle ‘tensioni’ che il nome di Renoldi alimenta nell’ambiente della Penitenziaria. «Il settore penitenziario soffre di gravi criticità e certamente il Corpo di Polizia penitenziaria, come abbiamo più volte rappresentato, ha fortemente bisogno di una guida autorevole per esperienza gestionale e di una figura non divisiva, ovvero in grado di misurarsi senza pregiudizi con un sistema che sta implodendo. Ci chiediamo perché Cartabia abbia evitato il confronto con le altre forze di Governo decidendo unilateralmente di puntare su un magistrato certamente di alto profilo, ma palesemente schierato nelle fila di quella magistratura di sinistra fortemente ideologizzata che oggi, con ogni evidenza, costituisce un limite a ricoprire incarichi obbligatoriamente super partes», ha commentato il deputato della Lega Jacopo Morrone, già sottosegretario alla Giustizia nel primo Governo Conte. Secondo Morrone il «rischio è di accentuare le forti tensioni già ampiamente presenti nel sistema e di destrutturarlo con inimmaginabili conseguenze». «Sulla nomina di Renoldi sono state sollevate forti perplessità in vari ambiti, compreso quello curriculare, visto che il magistrato non avrebbe mai svolto ruoli apicali in gestione e organizzazione di strutture estremamente complesse – ha concluso – Cartabia avrebbe dovuto avviare un’ampia consultazione sulla figura più adatta a ricoprire un incarico così delicato e strategico: questa scelta purtroppo conferma ancora una volta la volontà di esautorare il ruolo fondamentale della politica».

Il Movimento Cinque Stelle, invece, storce il naso ritenendo che Renoldi sia a favore dell’indebolimento del 41bis. La contrarierà «non è per la persona ovviamente – ha osservato il presidente della Commissione Giustizia della Camera, Mario Perantoni (M5s) – ma per le sue esternazioni che connoterebbero il capo del Dap per la sua disponibilità ad allentare le regole del carcere per i mafiosi e per quella sua critica all’antimafia ‘arroccata nel culto dei suoi martiri’».

Rincara la dose Vittorio Ferraresi, deputato del Movimento cinque stelle, già sottosegretario alla Giustizia. Per Ferraresi la scelta di Renoldi «è un fatto grave». «Renoldi, oltre ad aver improntato interventi in convegni contro il regime 41-bis e a favore di un suo gravissimo annacquamento, non ha risparmiato parole forti con attacchi frontali a forze politiche come il Movimento cinque stelle e non solo (definendone le politiche ‘reazionarie’ e basate su ‘logiche perverse’), ha anche sminuito ‘l’antimafia dei martiri’, così definita da lui», ha spiegato. «Mai – ha aggiunto – ci saremmo aspettati un nemico del 41-bis e degli istituti che il nostro ordinamento pone a contrasto della criminalità organizzata di stampo mafioso a gestire il DAP».

«Questo risulterebbe inaccettabile, anche agli occhi delle tante vittime di mafia, che purtroppo continuano ad essere tristemente attuali alle cronache e i cui diritti ricordiamo sono egualmente tutelati dalla Costituizione, di chi vive nel terrore di minacce e ritorsioni, dei magistrati che ogni giorno rischiano la vita per la nostra libertà», ha concluso.

Alle esternazioni di Perantoni e Ferraresi si oppongono però il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia e il presidente emerito della Consulta Valerio Onida. Dice Santalucia: «Non si tratta di essere contro il 41 bis ma di coniugare, come vuole la Costituzione, la necessità di sicurezza con l’umanizzazione della detenzione. C’è un equivoco di fondo nel pensare che una giurisprudenza attenta ai profili umani sia distratta sul piano della sicurezza». Gli fa eco Onida: «Non mi risulta Renoldi sia stato mai contrario al 41 bis, anche le sue sentenze lo provano. Un carcere conforme alla Costituzione e ai diritti delle persone è un carcere anche più sicuro. Per ogni detenuto, in base al suo reato, ci saranno poi accorgimenti particolari».

In difesa di Renoldi e della scelta del ministro sono scesi il Partito democratico e Forza Italia. «Renoldi è un magistrato di grande preparazione, in generale e in particolare sul tema della gestione e dell’umanizzazione dell’ordinamento penitenziario. Il rigore inflessibile nel contrasto alle mafie e alla criminalita’ organizzata, dentro e fuori dal carcere, non può essere in contrasto con i principi fissati dalla Costituzione – ha osservato il deputato del Pd Walter Verini, membro delle Commissioni Giustizia e Antimafia – In questo senso stiamo lavorando, per esempio, anche nella riforma dell’ergastolo ostativo. La gestione del Dap da parte di Petralia e Tartaglia è stata seria e positiva. E’ un peccato – ha aggiunto Verini – che il dottor Petralia abbia scelto di lasciare l’incarico e, per quanto mi riguarda, mi auguro davvero che Roberto Tartaglia possa continuare a svolgere il suo prezioso ruolo anche con il nuovo responsabile Renoldi, in un clima di grande collaborazione con tutte le componenti dell’Ordinamento Penitenziario».

Parole di elogio anche da parte di Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia a Montecitorio: «Forza Italia esprime un sostegno convinto alla ministra Cartabia per la nomina di Carlo Renoldi al vertice del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Il curriculum del dottor Renoldi, a lungo magistrato di sorveglianza, testimonia un impegno nella tutela dei diritti costituzionali, in linea con il magistero della Corte delle leggi. Registriamo con rammarico le critiche da parte di coloro che stentano a comprendere che nel nostro paese la pagina del giustizialismo giudiziario sta finalmente per chiudersi».

lunedì, 28 Febbraio 2022 - 16:41
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