La sua frustrazione, la sua rabbia, la sua incapacità di guardare avanti la sfogava anche sul proprio profilo Facebook.
E a nulla servivano i commenti di chi provava ad incoraggiarlo a ‘dimenticare’, a rifarsi una vita. Alfredo Erra, sino a ieri, aveva un pallino fisso. Anna. Anna Borsa. La 30enne con la quale aveva avuto una relazione e che l’aveva lasciato. La giovane che lui ha ucciso questa mattina mentre lei stava lavorando in un salone di bellezza in via Tevere a Pontecagnano in provincia di Salerno.
Alfredo era come ossessionato. Voleva Anna tutta per sé e sembrava non accettare il fatto che la ragazza fosse andata avanti. «Se ti bacerà sentirà il mio sapore», ha scritto intorno all’una di notte. L’ennesimo post con il quale si aggrappava a qualcosa che non c’era più e con il quale cercava di dimostrare che in qualche modo Anna fosse di sua proprietà.
Un’ora prima aveva scritto un post analogo, tutto in dialetto: «S Ponn piglia sul a rmasuglj». Vale a dire: si possono prendere solo le briciole. Un’ossessione, quella di Alfredo. Palese ad alcuni suoi amici. Che hanno provato a spegnere quell’incendio di paranoia che ruotava attorno ad Anna. «Non ti manca niente, non ci pensare… concentrati a lavorare che il meglio arriverà», gli ha scritto un amico. Un altro: «Ma che te ne frega…». Lui non è stato a sentire nessuno. Non gli è interessato rendersi conto che quella fissazione era sbagliata, che Anna aveva il diritto di rifarsi una vita senza di lui. E così stamattina l’ha uccisa.
martedì, 1 Marzo 2022 - 14:48
© RIPRODUZIONE RISERVATA