Il ministero della Difesa deve risarcire gli eredi di un ufficiale di Marina, morto nel 2011 a 64 anni per un mesotelioma pleurico, dovuto all’esposizione all’amianto mentre prestò servizio su varie navi, tra il 1967 e il 1974.
Lo ha deciso il Tar di Bologna. Il risarcimento è fissato in poco meno di 138mila euro, detratte le somme già percepite a titolo di vitalizio o equo indennizzo. I familiari, assistiti dall’avvocato Patrizia Sadocco, avevano chiesto oltre un milione.
Il collegio del Tar (presidente Andrea Migliozzi, estensore Paolo Amovilli) aveva disposto una consulenza medico legale che ha ricondotto la malattia all’esposizione durante il servizio prestato e ha ritenuto “irrilevante” il fatto che fosse ufficiale e quindi, in ipotesi, meno a contatto con gli agenti contaminanti, in relazione agli spazi angusti all’interno delle navi e della scarsa aereazione e alla presenza dell’amianto in tutti gli spazi comuni frequentati da tutto il personale, «con conseguente esposizione di tipo indiretto ma causalmente rilevante».
Per i giudici risulta “acclarato” che nelle imbarcazioni dove ha lavorato l’ufficiale «vi era un massiccio uso di amianto per le relative proprietà ignifughe». Il collegio, sulla base delle conclusioni del perito, condivise anche sulla quantificazione del danno, ha quindi affermato la responsabilità del datore di lavoro pubblico per la malattia professionale.
mercoledì, 9 Marzo 2022 - 10:15
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